OPERAZIONE NEPTUNE - SBARCO IN NORMANDIA
Mort pour la France, Carentan,
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Desideravo da tempo visitare i luoghi dove gli alleati assestarono il colpo che segnò la fine del controllo nazista sull'Europa continentale. L'occasione finalmente la ebbi nel 2009 quando mi ritrovai per lavoro in Belgio. Insieme a due amici un week-end affittammo una macchina e partimmo alla volta della Normandia per vivere quello che sarebbe stato un emozionante tuffo nella storia.
Il D-DAY
All'alba del 6 giugno 1946 sotto il Comando Supremo del generale americano Dwight D. Eisenhower, 5.000 navi e mezzi anfibi, 104 cacciatorpedinieri, 130.000 soldati e 20.000 paracadutisti alleati affrontarono la più fortunata, disgraziata, impegnativa ed eroica battaglia di tutta la seconda guerra mondiale, sicuramente di tutte quelle combattute in Europa. Cinque le spiagge interessate all'operazione: nome in codice Utah, Omaha, Gold, Juno e Sword; le prime due assegnate agli americani, le restanti agli inglesi e ai canadesi.
Mappa schematica dell'operazione Neptune (da Wikipedia) |
Ostruzioni minate antisbarco lungo le spiagge del Vallo Atlantico (da Wikipedia) |
Quel sabato
Partimmo un po' all'avventura, senza aver pianificato nulla di specifico, senza aver controllato dove andare e cosa vedere, senza aver studiato alcunché dei più famosi eventi bellici di tutta la seconda guerra mondiale. Seguimmo semplicemente i cartelli stradali e ci ritrovammo, senza saperlo, in uno dei luoghi dove la battaglia fu più cruenta, coinvolgendo anche i civili francesi: Vierville-sur-Mer. La cittadina infatti, trovandosi immediatamente a ridosso delle fortificazioni costruite dai tedeschi per difendersi proprio dagli attacchi provenienti dal mare, subì le conseguenze dei violenti bombardamenti navali ed aerei che prepararono e seguirono l'inizio dello sbarco delle truppe americane ad Omaha Beach, la spiaggia del sangue, e fu completamente rasa al suolo.
Ci ritrovammo dunque nel bel mezzo della Storia, tra monumenti, musei e cimiteri di guerra.
Allo scopo di agevolare coloro che volessero visitare le spiagge del D-Day
ho riportato su questa mappa tutti i luoghi di maggiore interesse.
Per i dettagli clicca sulle icone.
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Il sito attuale copre un'area di circa 70 ettari e conserva i poveri resti di 9.387 militari americani, la maggior parte dei quali persero la loro giovane vita nelle operazioni di sbarco e nelle successive operazioni. Sul "Walls of the Missing", in un giardino semicircolare, sul lato est del memoriale, sono iscritti i nomi di 1.557 militari dispersi in combattimento.
Il cimitero e memoriale americano di Normandia (da Google Maps) |
Foto tratta dal sito del Museo Memoriale Omaha |
La forza sprigionata da questo luogo della memoria ti colpisce allo stomaco come un terribile pugno. Le file sterminate di croci allineate con precisione millimetrica, il prato verde perfettamente rasato, la cura dei dettagli come solo puoi trovare nei luoghi curati dagli americani, il lieve rumore delle onde e la salsedine che proviene dalla vicina spiaggia, ti inducono alla meditazione e ti donano uno strano senso di pace.
Non servono cartelli, pur presenti, ad indurti al silenzio, a parlare con un basso tono di voce. A spingerti a comportarti con rispetto, il rispetto che meritano, è sufficiente il potente silenzio di questi ragazzi che, nel culmine della loro giovinezza, persero la vita a causa della pazzia dell'essere umano.
Non meno emozionante è stato scendere sulla spiaggia: forse anche a causa della giornata uggiosa, ci venne spontaneo chiederci come e con quanto coraggio quei ragazzi dovettero affrontare quella terribile prova. E cosa provarono sul fronte opposto, gli altrettanto giovani ed impauriti ragazzi tedeschi, quando al risveglio si ritrovarono di fronte il terrificante spettacolo della forza da sbarco alleata.
Situato a meno di venti chilometri a ovest dal cimitero e memoriale americano si trova il cimitero militare tedesco (Soldatenfriedhof in tedesco) di La Cambe, meta della nostra seconda visita. Inaugurato nel 1961, La Cambe è il luogo di riposo finale per oltre 21.000 truppe tedesche, tra i 16 e i 72 anni, che persero la vita durante la campagna della Normandia nell'estate del 1944.
Il cimitero tedesco (da Google Maps) |
Al centro del cimitero è posto un grande Tumulo (in tedesco Hügelgräber) che contiene i corpi di 296 soldati, di cui 207 sconosciuti o non identificati. Al di sopra della Hügelgräber è posta una grande croce di lava di basalto affiancata da due figure che rappresentano una madre e un padre.
Originariamente il cimitero era composto da quarantadue blocchi suddivisi in sei colonne, ma il ritrovamento dei corpi di altri caduti costrinse i curatori del cimitero ad aggiungere una ulteriore colonna. Tra i tanti caduti tedeschi che riposano nel Soldatenfriedhof vi è anche Michael Wittmann, Ufficiale delle Waffen-SS, considerato uno dei più capaci e combattivi comandanti di carri armati della seconda guerra mondiale. Al suo fianco riposano i resti dell'intero equipaggio del suo carro armato.
Se il cimitero americano con le sue splendenti croci bianche e l'imponenza del memoriale è lo specchio di chi, malgrado le enormi perdite, la guerra alla fine l'ha vinta, la voluta sobrietà del cimitero tedesco, con le sue lapidi di pietra scura, ricorda ai posteri chi, malgrado tutte le atrocità commesse, la guerra l'ha persa.
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Conclusasi la indimenticabile visita ai cimiteri americani e tedeschi, il viaggio continuò con la visita al "Musée Mémorial d'Omah Beach" di Saint-Laurent-sur-Mer. Situato a breve distanza dalla famosa spiaggia "Omaha" e dal cimitero americano, il museo raccoglie reperti del periodo degli sbarchi alleati fino alla liberazione di Parigi. Oggetti personali dei singoli soldati, veicoli da combattimento blindati e non, armi di tutti i generi, ostacoli anti sbarco, mine, ricostruzioni storiche, plastici, proiezioni video, sono lo scenario di un percorso articolato che coinvolge il visitatore anche grazie all'ausilio dei rumori della battaglia trasmessi in particolari aree del museo.
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Ed infine venne la sera e con questa la necessità di fare rientro alla base, ma non prima di una rifocillante cena a base di piatti tipici francesi. Già sulla via del ritorno, decidemmo di fermarci a Le Havre alla ricerca di un luogo dove mangiare quando, per un incredibile scherzo del destino, ci ritrovammo a scegliere, casualmente, un grazioso minuscolo localino. Non vi voglio ulteriormente ammorbare su cosa mangiammo, comunque piatti tipici francesi ottimamente preparati. Preferisco concentrare il mio racconto sulla particolare atmosfera che trovammo in quel locale. La Petite Gourmandise era (penso che lo sia ancora) un piccolissimo ristorante tradizionale a conduzione familiare arredato con tovaglie e oggetti che, almeno apparentemente, risalivano agli anni dell'occupazione nazista (perlomeno quella sera, non so ora), donando al locale una deliziosa atmosfera da anni '20; ma fu soprattutto la musica a colpirci: struggenti melodie alla Édith Piaf, che si irradiavano nella sala con una sonorità graffiante come se fosse stata trasmessa da un vecchio grammofono. Complice la giornata che avevamo appena trascorso, sopraffatti da quell'incredibile ambientazione, attendemmo per tutta la cena lo scalpiccio del pesante passo del drappello di tedeschi che, da un momento all'altro, sarebbe entrato nel locale per controllare i documenti di tutti gli spaventati avventori. Una eccezionale ed inaspettata degna conclusione del nostro viaggio in quel particolare tratto di Storia della seconda guerra mondiale.
Mio caro amico/a, se sei arrivato/a fin qui nella lettura di questo mio ricordo, spero mi concederai ancora un pizzico di tempo per due righe di retorica.
Luoghi come la Normandia, dove migliaia e migliaia di uomini persero la vita, da ambo le parti, dovrebbero ricordarci che la libertà di cui oggi disponiamo non ci è data o dovuta per diritto dinastico, ma è il frutto sanguinoso che giovani ragazzi hanno dovuto cogliere. Il desiderio di potere, di sopraffazione, di conquista, ma anche la disperazione delle masse quando sono oppresse dalla povertà e dalla paura, possono cambiare gli equilibri in gioco portando a scegliere soluzioni drastiche che appaiono risolutive nel fatidico momento. Teniamo bene a mente i fatti che condussero l'umanità alla tragedia della seconda guerra mondiale. La Storia, si sa, è fatta di corsi e di ricorsi.
Ciao sono Mauro Moscatelli di Piccoli Sentieri, benvenuto nel mio blog. Se hai gradito questo racconto aiutami a diffonderlo lasciando un commento nell'apposito spazio e condividendolo nel tua rete di contatti social. Grazie! |
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