ALPI APUANE: ANELLO PRUNO-FOCE DI MOSCETA-FOCE DI VALLI-PASSO DELL'ARCO-CARDOSO-PRUNO
A quasi un anno di distanza, in compagnia del mio compagno di traccia Salvatore e di sua moglie, sono tornato sul Monte Forato, una spettacolare opera di Madre Natura, sicuramente uno dei luoghi più visitati dagli escursionisti che frequentano le Alpi Apuane. Il Monte Forato o Pania Forata (1223 m s.l.m.) possiede un singolare arco naturale che unisce due vette affilate formando un grande foro nella montagna, largo 32 m e altro 26 m, con uno spessore minimo di circa 8 m. L'origine di questa suggestiva particolarità è legata all'azione erosiva che le acque meteroriche svolgono sulle rocce da migliaia di anni. Quello che vi propongo è il racconto di una giornata interamente trascorsa per sentieri con partenza/arrivo dal paese di Pruno, al cospetto di panorami spettacolari ed in mezzo ad una esplosione di colori e profumi.
Data escursione: 01/11/2017
Trasferimento: da La Spezia a Pruno percorrendo la A12/E80 fino all'uscita Versilia, quindi sulla SP68 e quindi SP9 attraverso gli abitati di Seravezza, Pontestazzemese, Cardoso e Volegno.
Tempo di percorrenza: da La Spezia circa 60' per una distanza di circa 64 Km.
Punto di partenza e arrivo escursione: abitato di Pruno (LU)
Punti di appoggio: Rifugio Del Freo.
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Tracciato dell'escursione |
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Grafico delle quote e delle velocità |
(tutte le immagini possono essere ingrandite cliccando sulla miniatura)
Itinerario: a differenza dell'escursione sul Forato dello scorso anno (qui il resoconto), questa volta abbiamo deciso di iniziare la nostra camminata dal paese di Pruno. Questa decisione ci ha consentito di godere di bellissimi panorami sull'incredibile arco già durante il viaggio di trasferimento verso il paese. A Volegno infatti, vale la pena fermare l'automobile e soffermarsi per qualche istante a contemplare l'imperioso lavoro che Madre Natura ci ha donato.
Giunti finalmente a Pruno (460 m s.l.m.) ed indossato lo zaino si va alla ricerca del sentiero CAI 122 il cui imbocco si trova proprio sulla sinistra del parcheggio. All'inizio del sentiero, protetto da un grande edificio in posizione sopraelevata rispetto al parcheggio, si ha la possibilità di rifornirsi di acqua fresca, cosa che è comunque possibile fare anche servendoci di una fontanella che troveremo sul sentiero qualche centinaio di metri più avanti.
Il 122 inizia subito in salita, prima su di un'ampia scalinata e successivamente su una bella mulattiera lastricata facile da seguire e da percorrere. Saliti qualche decina di metri di quota, voltatevi a guardare ancora una volta Pruno, perché vi troverete davanti agli occhi una magnifica vista sul paese con sullo sfondo il Monte Nona e il "panettone" del Monte Procinto.
Pruno. Sullo sfondo, a sinistra, il Monte Nona e Procinto |
Continuiamo a salire superando le ultime abitazioni di Pruno ed una bellissima abitazione in pietra del 1891 ancora in perfetto stato di conservazione, fino a che il 122 diventa un vero sentiero. La natura è rigogliosa, i colori vivaci, bellissimi, ovunque una esplosione di fiori di tutti i tipi. Un vero piacere per gli occhi. Mi piacerebbe fermarmi ad osservarli e fotografarli uno a uno. Ma il Forato ci attende!
Volegno. Il piacere di vivere immersi nella natura! |
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Sul 122 prima di giungere alla Foce di Borra Larga
Marginetta nei pressi di località Monte alla Tana
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Passo dell'Alpino, sullo sfondo il Corchia |
Il 9, che collega l'abitato di Levigliani con la Foce di Mosceta, continua ad inerpicarsi, tranquillo, sotto un sole implacabile. Fortunatamente una leggera brezza proveniente dal mare rende gradevole la camminata, aiutandoci a sopportare in qualche modo la fatica della salita.
Lungo il percorso alcune lapidi ci ricordano chi tra le montagne ha sacrificato la propria vita, difendendoci dagli oppressori o inseguendo i propri sogni.
La Regina delle Apuane: la Pania della Croce |
Da sn. in primo piano: Forato Nord e Sud, Nona e Procinto, Matanna |
Superato il Passo dell'Alpino ci ritroviamo al fresco nel bel mezzo della faggeta di Col del Vento, a pochi passi ormai dalla Foce di Mosceta, che raggiungiamo dopo qualche minuto di cammino. La Foce di Mosceta è un largo valico posto a quota 1170 metri che unisce le pendici del Monte Corchia e della Pania della Croce e che apre l'accesso alla Valle di Mosceta, antica torbiera ai piedi della Pania della Croce caratterizzata da numerose sorgenti d'acqua, prati, boschi di faggete e conifere e via di comunicazione tra Versilia e Garfagnana, un tempo utilizzata come alpeggio dai paesi di Levigliani e Pruno.
Dentro la faggeta di Col del Vento |
La Regina delle Apuane, la Pania della Croce, dalla Foce di Mosceta |
Proprio in prossimità della Foce troviamo una antica marginetta e, su un piccolo spiazzo antistante l'edificio dell'edicola, un cippo commemorativo che si erge proprio di fronte alla Pania.
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Alla Foce di Mosceta ci prendiamo una buona mezz'ora di meritato riposo e approfittiamo del vicino Rifugio Giuseppe del Freo - Pietrapana per sorseggiare un ottimo caffè espresso.
Il rifugio, costruito a 1180 metri di quota nel 1950 e completamente ristrutturato nel 1999, si affaccia sull'ampia Valle di Mosceta. La struttura si sviluppa su 2 piani, di cui al piano superiore trovano posto 48 posti letto in camerette e camerate con bagni e docce in comune, mentre nel piano terra si trova la cucina, il bar, i servizi igienici e 2 sale ristoro con 60 posti a sedere. A pochi minuti di cammino dal rifugio si trovano le grotte di origine carsica di notevole interesse speleologico Antro del Corchia e la leggendaria Tana dell'Omo Selvatico.
Abbondante e freschissima la fonte d'acqua potabile che sgorga generosa pochi metri sopra il Fosso di Mosceta, lungo il sentiero 128, non molto distante dal rifugio. E' un'ottima occasione per rinfrescarsi ben bene e per fare rifornimento di acqua dal sapore eccellente per il prosieguo del cammino.
La Foce di Mosceta è un importante nodo di sentieri che, come detto, mette in comunicazione la Versilia con la Garfagnana. Da Levigliani, da Pruno, da Retignano, da Fociomboli, da Isola Santa salgono i sentieri che confluiscono alla Foce. A noi interessa il 125 che, tagliando a mezza costa la Pania della Croce, ci condurrà in un primo momento a Foce di Valli dove successivamente ci incammineremo sul sentiero 110 fino a raggiungere il famoso Arco del Forato.
In cammino verso il sentiero 125. La Pania della Croce ci osserva dall'alto dei suoi 1859 metri
Sul 125 in direzione Foce di Valli |
Il Sentiero 125, lungo circa 2.500 metri, sale dalla Foce di Mosceta fino alla Foce di Valli, raggiungendo quota 1407 metri in prossimità di località Pitoni del Soglio; il primo tratto del sentiero, quello che attraversa La Costa ovest della Pania, è di facile percorrenza. Le cose si complicano leggermente quando si attraversa il tratto chiamato La Borra dei Carpini, prima di giungere ai Pitoni del Soglio. In questo tratto il sentiero attraversa numerosi canaloni che più in basso confluiscono nel Fosso dei Casconi e nel Fosso dei Carrubi, il superamento dei quali deve essere affrontato con una certa cautela in quanto non è del tutto remota la possibilità che in alcuni punti il terreno possa franare, rendendo perciò questa parte del sentiero un tantino impegnativo dal punto di vista tecnico.
Inutile dire che tutte queste difficoltà sono ben ripagate dal panorama indescrivibile offerto agli occhi degli escursionisti dal sentiero CAI 125. Boschi rigogliosi, montagne imperiose e, sullo sfondo, il mar Tirreno.
Dal sentiero 125 il Corchia in tutta la sua bellezza. Al centro è ancora visibile il rifugio Del Freo
L'impegnativo sentiero 125
Da sn: Nona, Procinto e Le Bimbe. In secondo piano il Matanna |
La vetta della Pania della Croce dal sentiero 125 in prossimità dei Pitoni del Soglio |
Giunti finalmente a Foce di Valli è il momento di rilassarsi e lasciarsi andare alla meravigliosa bellezza e alla pace emanata da questo ameno luogo. Ora è tutto il gruppo delle Panie a dare spettacolo.
Foce di Valli |
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In questo mosaico la bellezza mozzafiato delle Panie viste da Foce di Valli |
E' giunto il momento di affrontare la lunga discesa sul sentiero 110 fino al gruppo del Forato.
Il 110 collega la Foce di Valli con la Foce di Petrosciana attraverso il Passo del Forato. Nel primo lungo tratto il 110 è un sentiero abbastanza "spinoso", ostico direi. Dal fondo assolutamente sconnesso ed insidioso, il 110 fin quasi alla Costa del Monte Forato mette a dura prova scarponi e caviglie.
Da Foce di Valli stiamo per affrontare il tratto più impegnativo del 110 |
Poi, usciti dal tratto più impegnativo del sentiero, ecco all'improvviso spuntare in lontananza la nostra meta: l'Arco del Monte Forato.
Da dx: Forato Nord, il famoso Passo dell'Arco e il Forato Sud. A sinistra la Costa del Forato e il sentiero 110 |
L'arco naturale che unisce il Forato Nord al Forato Sud |
A pochi minuti dal Passo |
Segnavia del sentiero 12 |
Durante la discesa vi consiglio saltuariamente di fermarvi e dare un'occhiata alle vostre spalle. Il bellissimo Arco del Forato è ancora lì, disponibile a lasciarsi ancora ammirare e fotografare. Il buon Dio, per mezzo della mano di Madre Natura, ha fatto veramente un eccellente lavoro e ci ha donato una bellezza talmente selvaggia da lasciarci letteralmente a bocca aperta.
L'Arco del Forato in tutta la sua bellezza |
Conclusa la pesante discesa e giunti finalmente a Cardoso, siamo quasi alla fine della nostra escursione, manca solo l'ultima faticosa salita, 200 metri di dislivello da coprire in larga parte sul Sentiero della Castagna che ci riporterà al punto di partenza: Pruno.
Attraversato velocemente la periferia dell'abitato di Cardoso, individuiamo seminascosto in un porticato in prossimità della chiesa di Santa Maria Assunta, il segnavia per il sentiero che ci condurrà in circa mezz'ora di cammino alla meta finale.
Il segnavia per il sentiero si trova poco prima della chiesa
proprio in corrispondenza delle strisce di attraversamento pedonale
Il sentiero sale vigoroso e, complici i chilometri fin qui percorsi, la stanchezza inizia a farsi sentire.
Dopo circa 20 minuti di cammino superiamo il bellissimo edificio del Mulino del Frate e, subito dopo, ci ritroviamo al cospetto di un'antico ponte romano, denominato Ponte di Pruno, che ci consente di superare agevolmente il Canale di Deglio. Ammiriamo per un attimo l'edicola votiva dedicata a San Francesco ed eccoci ormai a poche centinaia di metri dalla fine della nostra impegnativa escursione.
Il Mulino del Frate, antico edificio dell'800 |
Il bellissimo e antichissimo ponte sul Canale di Deglio |
Il bellissimo e antichissimo ponte sul Canale di Deglio |
L'edicola votiva dedicata a San Francesco
La nostra escursione volge ormai al termine. Pruno ci concede un ultimo sguardo Sull'Arco del Forato ed un'ultima meraviglia di Madre Natura: una parete completamente ricoperta da uno splendido tappeto di piccole margherite multicolore. Niente di meglio per finire degnamente la giornata.
Principali dati dell'escursione:
Quota massima: 1.359 m
Dislivello positivo accumulato: 1.248 m
Distanza percorsa: 15 km
Tempo totale: 8h 40'
Difficoltà: EE
Scarica la traccia
Malgrado la calda giornata, alla Foce di Mosceta il termometro segnava 32°C, questa escursione è stata una tra le più belle tra quelle che ho fatto sulle Apuane. Impegnativo dal punto di vista fisico e, in alcuni tratti, anche da quello tecnico, l'anello da noi percorso offre veramente dei panorami che non è facile trovare in altri luoghi. A Foce di Valli sarei rimasto tutto il pomeriggio, tanta la bellezza del luogo e la tranquillità che vi si può godere.
Insomma, una escursione che vi consiglio veramente.
Buona montagna a tutti!
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