Piccoli Sentieri

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mercoledì 15 agosto 2018

Nel cuore delle Cinque Terre

Da Le Grazie a Monterosso

L'obbiettivo che mi ero dato per questa escursione era ambizioso: raggiungere Levanto attraverso l'Alta Via delle 5 Terre partendo da Le Grazie. Mi direte che di ambizioso in questo mio progetto ci fosse ben poco. In effetti mi sono già cimentato con questo tragitto alcuni anni fa, ma quella volta avevo raggiunto Levanto scendendo direttamente dal Santuario di Nostra Signora di Soviore, mentre questa volta intendevo  scendere a Monterosso per risalire la costa di Punta Mesco. Una bella scarpinata che avrebbe superato i 40 Km di cammino, ma che soprattutto mi avrebbe costretto a superare i circa 300 ripidi metri di dislivello di Punta Mesco che immaginavo faticosissimi, avendo già sulle gambe diverse ore di cammino. 

Data escursione: 05/08/2018
Trasferimento: Da La Spezia a Le Grazie percorrendo la SP 530.
Tempo di percorrenza: da La Spezia circa 20' per una distanza di circa 12 Km.
Punto di partenza e arrivo escursione: Le Grazie - Monterosso al Mare
Punti di appoggio: Campiglia, Chiesa di S. Antonio (Palestra del Verde), Santuario di Nostra Signora di Soviore.


Tracciato dell'escursione

Grafico delle quote e delle velocità
L'escursione su Google Hearth

(tutte le immagini possono essere ingrandite cliccando sulla miniatura)

Itinerario: rispettando le previsioni meteo e la stagione, la giornata si presenta subito particolarmente calda. Il sonno, la notte precedente, aveva tardato a raggiungermi e, di conseguenza, anche la sveglia è arrivata in ritardo, con il risultato che alle 9 del mattino mi trovo ancora sulla piccola salita che fiancheggia il cimitero di Le Grazie, su quello che le carte dei sentieri riportano essere il 518C.

La chiesetta di S. Antonio
Arrivato alla piccola chiesetta di San Antonio dove si incrocia il sentiero 518 che mi porterà sui pendii del Monte Muzzerone, ho il mio secondo intoppo della giornata. Dallo schermo della mia compatta una sardonica scritta mi informa che la batteria è scarica. Malgrado l'avessi lasciata sotto carica per tutta la notte, la infernale macchina fotografica si spegne del tutto con un sinistro bip, lasciandomi ancora una volta con un palmo di naso. Non mi rimaneva che ripiegare sulla fotocamera del telefono, una magra soluzione.

Buona parte dei sentieri che mi accingevo a percorrere li conoscevo benissimo, avendoli frequentati più e più volte. Si sale sul 518 per circa 1 Km di sentiero ignorando via via altri sentieri che si intersecano con il mio fino ad incrociare l'ampia mulattiera dell'AVG/AV5T (Alta Via del Golfo e Alta Via delle 5 Terre che in questo tratto viaggiano insieme). L'AVG/AV5T  taglia in diagonale il 518 quando ormai si è a circa 200 metri dal Forte del Muzzerone e malgrado non vi siano chiare indicazioni è impossibile mancarlo. Infatti è sufficiente percorrere a destra la mulattiera per qualche metro per ritrovarsi sulla carreggiabile che scende all'abitato di Le Grazie, una strada che in questo tratto riporta ancora le tracce del manto di asfalto che lo ricopriva.

In salita sul 518
In salita sul 518
Il 518 al bivio con l'AVG/AV5T
Il 518 al bivio con l'AVG/AV5T
L'AVG/AV5T
L'AVG/AV5T

Percorrendo in discesa la carrozzabile, supero velocemente l'unica cava della zona ancora in attività dove si estrae il pregiato marmo nero di Portoro; proprio di fronte all'ingresso della cava, ci si può affacciare in prossimità del crinale per godere del bel panorama sull'abitato di Le Grazie e sull'omonimo seno.

L'ingresso della cava di Portoro
L'ingresso della cava di Portoro
Le Grazie e il suo omonimo seno
Le Grazie e il suo omonimo seno

Sella Derbi
Sella Derbi
Giunto finalmente nell'ampia conca della Sella Derbi, aiutato dai generosi segnavia individuo sulla sinistra il sentiero che mi consente di abbandonare la carreggiabile per continuare il mio cammino sull'AVG/AV5T. A pochi metri dalla Sella, un piccolo cippo richiama la memoria ad una vecchia tragedia occorsa nel 1937, quando quattro giovani aviatori persero la vita precipitando al suolo durante un volo di addestramento. Ancora pochi minuti di cammino ed eccomi all'incrocio dove l'AVG lascia sulla sinistra l'AV5T.
Impossibile sbagliare, la direzione è Campiglia. Il sentiero che da Sella Derbi conduce a Campiglia è il più panoramico di tutta l'escursione.

Il cippo in memoria degli aviatori
Il cippo in memoria degli aviatori
Tutto in salita nella prima lunga parte, offre nel tratto iniziale bellissimi scorci sulla Chiesa di San Pietro, sulla Palmaria e sull'isola del Tino, mentre più avanti non lesina nel concedere alla vista la bellezza della trasparenza delle acque della costa del Levante Ligure. Giunto a Campiglia mi concedo qualche minuto di riposo davanti alla piccola piazza della chiesa, approfittando anche del refrigerio offerto dall'acqua della fontanella. Il caldo è opprimente, il sudore scende come un torrente in piena. E sono solo all'inizio del lungo cammino.

Portovenere e le isole
Portovenere e le isole
La costa del Levante Ligure
La costa del Levante Ligure

S. Antonio
S. Antonio
E' giunta l'ora di ripartire, prossima tappa la piccola Chiesa di San Antonio, nel pieno della Palestra del Verde, che raggiungo dopo circa 40 minuti di buon cammino. Fatto un generoso rifornimento di acqua continuo sull'AV5T che, a partire da località Telegrafo, sale progressivamente immergendosi in un folto bosco che mi protegge deciso dall'azione diretta del sole. Superato il Bivio Bramapane saltuariamente il bosco si dirada offrendomi la possibilità di ammirare la costa del ponente ligure. Punta Mesco è così lontana che mi pare quasi impossibile da raggiungere. Comunque grazie al fresco offerto dal bosco e, soprattutto, ad una leggera brezza che sale dal mare, l'incedere è leggero e molto gradevole.

La fresca bellezza del bosco

Sullo sfondo Punta Mesco, a sn Riomaggiore
Sullo sfondo Punta Mesco, a sn Riomaggiore
A dx Riomaggiore, in alto a sn la Madonna di Montenero
A dx Riomaggiore, in alto a sn la Madonna di Montenero

Riomaggiore e il Santuario della Madonna di Montenero, sono lì sotto a confortarmi. I sentieri che si intersecano con l'Alta Via sono numerosi e in alcuni casi bisogna prestare attenzione a non imboccare quello sbagliato. Per non commettere errori bisogna sempre proseguire in direzione del Passo del Termine (abbreviato con Termine sulla segnaletica).

Superata quella che sembra un'antica caverna giungo sotto il Monte Capri dove mi concedo una piccola deviazione per visitare il Menhir del Monte Capri a circa 700 metri di quota, un macigno a forma di obelisco lungo circa quattro metri e spesso circa ottanta centimetri, che giace a terra spezzato in due probabilmente a causa di una rovinosa caduta.

Il Menhir di Monte Carpi
Il Menhir di Monte Carpi
Il Menhir di Monte Carpi
Il Menhir di Monte Carpi

Lasciato il menhir al suo millenario riposo, supero tutto d'un fiato Sella Marverde e Sella della Cigoletta facendo sempre attenzione alla segnaletica. Proprio un centinaio di metri dopo Sella Cigoletta l'AV5T gira bruscamente a destra e se si è distratti o sovra pensiero si rischia di continuare dritti sul sentiero 507 che in realtà scende a Vernazza. L'incrocio comunque è ben segnalato,  ed è sufficiente un minimo di attenzione per non commettere errori.

Intanto, complice un leggero abbassamento di quota ma anche e soprattutto il diradarsi degli alberi, il caldo è tornato a farsi sentire con vigore. Dopo il Monte Gaginara l'Alta Via effettua un lungo semicerchio a sinistra superando Monte Castello, Piana della Corvara e Sella Malpertuso. La stanchezza comincia a farsi sentire e qualche vescica ha iniziato a manifestare la sua dolorosa presenza già da qualche chilometro. Ma sono ancora fiducioso confidando di riuscire ad arrivare al Santuario di Soviore entro le ore 16:00, ora limite che mi sono imposto per tentare la discesa a Monterosso e la successiva salita di Punta Mesco. Questi calcoli erano confortati da quello che ricordavo dell'escursione precedente e dal rumore dei motori delle macchine che ora mi giungevano distinti, convinto come ero di essere in prossimità del Passo del Termine. In realtà da lì a poco avrei realizzato che il Termine era ancora ben distante e che in realtà mi trovavo ancora in prossimità della Foce di Drignana.

Piccola carrellata, in ordine sparso, dei segnavia incontrati lungo il cammino

Resomi conto della mia reale posizione i miei convincimenti hanno cominciato a vacillare. Dopo circa un chilometro di faticoso cammino dalla Foce di Drignana, giunto all'altezza di Sella Schisarola (560 m di quota), la pubblicità di Divani&Divani è cominciata a scorrere davanti ai miei occhi. Circa 800 metri dopo, al Passo del Termine, ai divani si è aggiunta la visione di un bel boccale di birra ghiacciata.

Il successivo tratto di strada asfaltata che dal Passo del Termine consente di giungere al Santuario, si è rivelato una vera tortura. L'asfalto bollente attraversando la suola delle scarpe, andava ad infierire implacabile sulle vesciche dei piedi.

Giunto finalmente al Santuario, dando ascolto ai numerosi segnali che le gambe inviavano insistentemente al cervello, ho preso la mia decisione: sarei certamente sceso a Monterosso ma avrei decisamente rinunciato a tentare la "scalata" di Punta Mesco. Pertanto, dopo una lunga sosta al fresco degli alberi centenari del Santuario, mi sono incamminato sul sentiero 509 già descritto nella Via dei Santuari parte 1^, raggiungendo dopo circa 40 minuti di cammino Monterosso.


Una breve sosta per ammirare la bella Spiaggia di Fegina e mi sono quindi diretto verso la stazione ferroviaria dove, mestamente, sono salito sul primo treno per rientrare a La Spezia.

La spiaggia di Fegina, Monterosso al Mare
La spiaggia di Fegina, Monterosso al Mare




Principali dati dell'escursione:
Quota massima: 784 m
Dislivello positivo accumulato: 1263 m
Distanza percorsa: 27.5 km
Tempo totale: 9h
Difficoltà: E
Scarica la traccia

Malgrado abbia fallito la meta che mi ero prefissato, questa escursione rimane una bella ed appagante avventura tra i boschi dei monti liguri a due passi dal mare, percorrendo sentieri senza alcuna difficoltà tecnica, ma impegnativa a causa della lunghezza e per le elevate temperature del mese di Agosto. Un motivo in più per trascriverla nel libro dei miei ricordi.

Rivivi la mia escursione su Relive

Buona montagna a tutti!

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