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domenica 20 agosto 2017

La tela del ragno

Non è solo l'opera di un minuscolo, misterioso animale, o semplicemente una grandiosa opera ingegneristica di alta tecnologia, la tela del ragno è anche la perfetta metàfora della nostra esistenza.



Premetto che non passo le giornate a pensare a cose cupe, tristi o drammatiche. Il fatto è che stavo gironzolando nei boschi sopra casa con la mia piccola compatta in mano alla ricerca di qualche buono scatto, quando mi sono imbattuto in un ragnetto tutto intento a gustarsi la merenda. Ho scattato qualche foto cercando di trovare la giusta condizione di luce che mettesse in risalto la tela e, contemporaneamente, mi consentisse di avere a fuoco il ragno. Poi a casa, davanti al monitor del computer, ho rivisto tutte le foto e ho fatto una bella opera di pulizia scartando le peggiori. Quella del ragno non era venuta come avrei voluto, un po' sfuocata, la tela si vede poco, ma... mi fa scattare in testa un pensiero, un accostamento, un paragone, una metàfora per l'appunto.

La tela del ragno
La tela del ragno

La metàfora.

Partiamo dalla fine: la morte.
Più che dal Sinistro Mietitore armato della sua triste falce, la morte dovrebbe essere personificata dal ragno. Lui è la quintessenza della morte. Lui è lì che attende immobile le tue mosse, non si distrae, è attento, non si fa trarre in inganno. Sa che la tua vita è appesa ad un filo, il suo filo, il filo della sua tela e attende paziente, perché sa che prima o poi arriverai a lui.

Il tuo destino è quello, fin dal concepimento. Tu nasci e sei lì, sulla sua tela, appeso al filo, il tuo fato. Quando incontrerai il ragno dipenderà da te, da come ti muoverai, dalle scelte che farai, da quanto in fretta vorrai consumare la tua vita. Più ti agiterai, più scuoterai i fili, più cercherai di bruciare le tappe, più errori farai e più accorcerai i tempi di ascesa verso la meta finale, il centro della tela, dove lui sarà in attesa, serafico.

Osservala bene quella tela perché quella è la parabola della tua esistenza, quello è il filo che ti lega indissolubilmente al tuo destino, al tuo incontro con il ragno, la morte.

Ognuno di noi nasce con la propria tela che poi è la tela del ragno. Quando veniamo al mondo siamo lì, in un punto qualsiasi della nostra tela, nel cerchio più esterno. Con il trascorrere dei giorni, degli anni, ci muoviamo lungo i fili di quella tela: ogni intreccio è una decisione importante che dobbiamo prendere, un crocevia del nostro futuro che ci porterà inevitabilmente ad occupare un punto della tela sempre più vicino al ragno. Quanto più vicino dipenderà da noi e dalle nostre decisioni. Per cui è meglio ponderare con attenzione ogni possibile scelta perché da questa dipenderà il nostro tempo su questa terra. Possiamo anche muoverci con la velocità che ci è più congeniale ma è meglio farlo con prudenza: se ci muoviamo troppo in fretta, se ci agitiamo con troppa vigoria, scuotiamo la tela e lui arriva, implacabile.

Quindi sta a te decidere come vorrai vivere i tuoi giorni, quali rischi vorrai mettere sul piatto della bilancia.
Se vorrai essere uno alla Jim Morrison
Se devi vivere una vita strisciando come un verme, alzati e muori!
allora avrai deciso di correre in verticale sulla tela, di vivere un vita vorticosa, a tutto gas, di scuotere la tua tela fino alle fondamenta. Una vita breve ma particolarmente intensa.

Se invece sei più per
Chi va piano va sano e va lontano!
allora avrai deciso di muoverti con cautela, senza agitare troppo le acque, prendendo le giuste decisioni ai crocevia, cercando di spostarti il più lentamente possibile lungo i cerchi della tela, cercando di non allertare il ragno. Una lunga vita tranquilla, ponderata, ma noiosamente piatta.

La morale

Come tutte le storie, anche questa, nel suo piccolo, ha la sua morale.
La morale di questa storia è che il ragno ti lascia la libertà di scegliere come vuoi vivere, ma quanto al morire... bé questa è cosa sua!

Alcune curiosità reali sulla tela del ragno

Il ragno già a due settimane dalla nascita è in grado di costruire la sua ragnatela.

Per la costruzione generalmente si affida alle correnti d'aria o al vento: lanciando il primo filo come un lazo attende che questo si ancori da qualche parte, dopodiché non deve far altro che percorrerlo rinforzandolo immediatamente con un secondo filo. A questo punto il gioco è fatto: sfruttando il primo filo ne stende un'altro ad esso perpendicolare, gettando così le fondamenta della ragnatela  sulla quale poi costruirà la sua tela.



La tela del ragno può assumere svariate forme ma, soprattutto, è incredibilmente elastica. Essa può essere allungata del 30/40% prima che si spezzi. Un'enormità se confrontata con due dei materiali più elastici utilizzati dagli uomini, il nylon e l'acciaio, che si allungano solo del 20% il primo e dell'8% il secondo prima di rompersi. E pensare che il diametro medio di un filo di tela di ragno è di circa 0,15 micron. Per non parlare poi della robustezza. La seta di ragno va da cinque a otto dernier (unità di misura utilizzata per classificare la robustezza dei materiali. 1 dernier è pari ad 1 grammo per 9000 metri). Per spezzare con il proprio peso la sua seta un ragno dovrebbe stendere un filo lungo oltre 45 chilometri.

La ragnatela non è eterna, dopo circa due giorni perde la sua viscosità e non è più in grado di assolvere la sua funzione primaria, catturare gli insetti, per cui il ragno la ricicla mangiandosela e stendendo nuovi fili.

Ovviamente per le sue caratteristiche eccezionali la seta del ragno è studiata dagli uomini da secoli allo scopo di fabbricare nuovi materiali che ne ricalchino le proprietà o per ricavarne degli impieghi utili. E così scopriamo che le popolazioni delle Nuove Ebridi hanno utilizzato le tele dei ragni come reti per il trasporto delle punte delle lance, o che nella Prima guerra mondiale le sete di alcuni ragni vennero utilizzate per la costruzione di anemometri destinati a misurare la velocità del vento, o ancora che gli abitanti della Polinesia ne hanno ricavato fili per le canne da pesca. E cosa dire di quel ricercatore giapponese che ne ha ricavato delle incredibili corde per il suo violino? 

Tutto grazie al ragno, geniale ingegnere, metàfora della nostra esistenza!





Timelapse: une araignée tisse sa toile from JM Niester on Vimeo.

Questo video è stato realizzato da Jean-Michel. In un'ora e trenta minuti di scatti ha realizzato con la sua Nikon D4 il time lapse di un ragno che costruisce la sua ragnatela.


Ciao sono Mauro Moscatelli di Piccoli Sentieri.
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