MONTE COREGNA - APPENNINO LIGURE
Era il 27 gennaio 1979 quando il Piper PA-28, codice I-GENN 27, per
cause mai accertate, precipitò su un fianco del Monte Coregna. Nel terribile
schianto persero la vita il proprietario del veicolo, Rizieri Valgiusti, ed
il suo secondo pilota.
Non sapevo di questo triste evento cos'ì come non sapevo che i resti giacciono
ancora sul fianco della montagna, per cui approfittando della bella
giornata, ho deciso di fare la mia prima uscita con gli scarponi ai piedi del
2021 per andare a visitare il luogo della tragedia.
Data escursione: 28/02/2021
Punto di partenza e arrivo escursione: Fabiano Basso - La Spezia
Punto di partenza e arrivo escursione: Fabiano Basso - La Spezia
Tracciato dell'escursione |
Grafico delle quote e delle velocità |
(tutte le immagini possono essere ingrandite cliccando sulla
miniatura)
Itinerario: ho mosso solo pochi passi e, mentre armeggio con il mio bastone da escursione, mi perdo già ad osservare, da una posizione leggermente sopraelevata, la prima vista panoramica di questo cammino: la città e l'arsenale militare in primo piano, le cime innevate degli Appennini sullo sullo sfondo. Sono così preso da questa immagine che non mi avvedo di aver superato l'innesto del sentiero CAI 527 che si presenta seminascosto sulla destra del tratto di strada asfalta che sto percorrendo.
Itinerario: ho mosso solo pochi passi e, mentre armeggio con il mio bastone da escursione, mi perdo già ad osservare, da una posizione leggermente sopraelevata, la prima vista panoramica di questo cammino: la città e l'arsenale militare in primo piano, le cime innevate degli Appennini sullo sullo sfondo. Sono così preso da questa immagine che non mi avvedo di aver superato l'innesto del sentiero CAI 527 che si presenta seminascosto sulla destra del tratto di strada asfalta che sto percorrendo.
Sono un pò arrugginito, ma per fortuna mi accorgo quasi subito dell'errore e, tornato sui miei passi, eccomi finalmente sul sentiero, una bella scalinata che si snoda tra le numerose abitazioni della periferia della città.
Il primo tratto del 527 |
Valuto per un attimo il da farsi, ma poi decido di scendere per andare a
prendere le chiavi.
Come detto, il primo tratto del 527 (per la toponomastica trattasi di Via
Antonio Marani) è una lunga scalinata di circa 750 metri che in una ventina
di minuti di passo tranquillo mi fa guadagnare 140 metri di quota, al termine della quale mi ritrovo su Via delle Cinque Terre che
qui a Spezia chiamano "la panoramica". Continuo ora percorrendo un breve tratto della via per poi
deviare decisamente a sinistra, sempre seguendo i segnavia del CAI. Affronto
una breve ma ripida scalinata e quindi, dopo una sequenza di deviazioni a destra e a sinistra, individuo oltre i minacciosi cartelli che delimitano una proprietà privata, i familiari segnavia bianco/rossi del 527.
Il sentiero si trova sulla destra subito dopo il cartello di divieto |
Ignoro i cartelli di divieto e continuo a salire, a tratti su sentiero a tratti su
asfalto. Di tanto in tanto mi volto a guardare il bellissimo panorama che
spazia dalla città fino alle lontane vette delle Alpi Apuane e
dell'Appennino Tosco-Emiliano, ancora coperte dalla neve.
Giunto nei pressi di una piccolissima chiesa in località Coregna-San Rocco, mi ritrovo ad un importante crocevia. Il 527 infatti prosegue nel suo percorso verso Campiglia mantenendosi sulla sinistra, mentre sulla destra si stacca il 526 che sale sulla cima del Monte Coregna per poi sfociare sull'AVG nei pressi di Campiglia. Lasciato il crocevia è il momento di porre attenzione dove si posano gli scarponi perché poco più avanti, nascosto da un grande cancello, il 526 devia decisamente a sinistra.
Finalmente ho lasciato alle spalle l'asfalto, ed inizio ad
addentrarmi nel bosco percorrendo un bel sentiero.
Secondo la carta elettronica installata sul mio telefono, devo fare
attenzione perché tra poche centinaia di metri dovrò abbandonare il 526 per
una vecchia traccia di sentiero forse non più in uso.
Probabilmente supero il sentiero segnato sulla carta, fatto sta che ad un
tratto vedo a sinistra una bella traccia, non marcata da alcun segno, che sembra facile da seguire. Decido di prenderla e mi incammino con attenzione nella speranza
che non si perda poco più avanti.
Cammino abbastanza agevolmente fino a che non scorgo, sulla sinistra, un
edificio all'apparenza semi abbandonato. Non conoscendo il punto esatto
dove è avvenuto l'incidente mi guardo intorno con attenzione e così facendo scorgo sulla
destra alcuni alberi segnati con delle vistose pennellate di vernice rossa. Decido
di andare a dare un'occhiata, magari quelle pennellate rosse segnalano proprio il punto dove è avvenuta la tragedia.
C'è voluto poco per capire che mi ero sbagliato, per cui ritorno sui miei
passi e riprendo a camminare sulla traccia. Ed è a questo punto che, forse per
distrazione, mi ritrovo improvvisamente a vagabondare per il bosco. Credendo di essere ancora sulla giusta via, inizio a girovagare in cerca di un passaggio tra i rovi senza però trovare una via di uscita. Abbastanza scoraggiato sto iniziando a pensare che quell'anelito di sentiero fin qui percorso è stato coperto dalla vegetazione e che, forse, è il caso di tornare verso l'abitato di San Rocco; ma non mi do per vinto e con tenacia mi spingo in avanti con attenzione fino a che fortunatamente, scorgo
nuovamente la mia bella traccia che si insinua nella giusta direzione di marcia.
Superata la piccola impasse continuo a camminare per qualche decina di metri nello stretto corridoio lasciato dai rovi fino a quando, finalmente, il sentiero si allarga e noto dei segni giallo-rossi. Percorro ancora circa 200 metri di questo bel sentiero fino a ritrovarmi su una larga
mulattiera che, in realtà visti i segni che ancora restano sul terreno, capisco essere
una probabile vecchia via di lizza. Infatti controllando la carta, vedo che non a caso
questo sentiero porta dritto dritto ad una delle tante cave di Portoro che costellano i modesti rilievi dello spezzino.
Il Portoro o Marmo di Portovenere è una pregiata varietà di marmo nero proveniente dalla zona occidentale del Golfo della Spezia.
Il suo aspetto, molto decorativo, è di colore nero intenso e brillante con venature dorate.
Geologicamente si tratta di un calcare con venature carbonatiche a limonite formatosi in un ambiente marino calmo, profondo, poco ossigenato e ricco di sostanza organica. Il colore nero si deve proprio alla ricchezza di sostanza organica mentre le striature dorate alla dolomitizzazione parziale della sostanza organica che si è ossidata.
Il nome Portoro deriva dalla traduzione in italiano del termine francese porte d'or ("porta oro") con il quale veniva chiamato durante la dominazione francese. In origine veniva chiamato "misto giallo e nero", in seguito venne denominato "Giada di Portovenere". In inglese questa varietà di marmo è conosciuta come black and gold (nero e oro). (fonte Wikipedia)
Pochi passi in
salita sulla lizza ed ecco che, proprio di fronte ad un vecchio rudere, vedo
staccarsi sulla sinistra un sentiero appena accennato, nessun segnavia del CAI, nessuna indicazione di sorta. Consulto il telefono, la carta elettronica riporta l'effettiva presenza di un sentiero non marcato che, tagliando la vetta della montagna, mi ricondurrebbe verso il sentiero 527. Poco lontano l'abbaiare di una cane sembra confortare l'idea di avviarmi lungo l'anonimo sentiero.
Proprio di fronte a questo rudere si stacca il sentiero che conduce ai resti del Piper |
Mi decido, imbocco la nuova via ma non percorro neanche cento metri di cammino che, improvvisamente tra gli alberi, mi si parano davanti
i resti del Piper precipitato.
Il luogo è banale e lo si potrebbe tranquillamente catalogare come insignificante se non fosse per quell'ammasso di lamiere contorte che, come virgole disposte sul testo di una pagina del libro della Storia, punteggiano le poche righe del racconto di questa tragedia.
Mi concedo una buona mezz'ora di sosta che trascorro a scattare fotografie
con la mente rivolta a quei due poveri disgraziati aviatori. Li immagino terrorizzati su quel piccolo aereo traballante che perde velocemente quota, mentre il fianco della montagna
si avvicina inesorabile.
Attimi di puro terrore che sicuramente hanno
preceduto il tragico schianto.
Ripreso infine il cammino affronto l'ultimo tratto di salita della giornata e quindi percorro in discesa circa 500 metri di un sentiero che nel frattempo è diventato
una larga e comoda mulattiera, fino a che non incrocio il sentiero 527 che unisce Fabiano con Campiglia. Decisa svolta a sinistra quindi in direzione Fabiano, sul 527 che nel
primo tratto è in forte discesa.
Se la salita è faticosa, la discesa è dolorosa. Negli anni ho imparato a valutare il mio stato di forma fisica nei sentieri in discesa: più questa è dolorosa meno
sono allenato.
Ed ora è molto dolorosa.
Fortunatamente devo soffrire solo per 500 metri, poi più o meno il 527
spiana, con dei brevi tratti in leggera discesa intervallati da brevi tratti
in leggera salita. Questo sentiero lo conosco per via di una
escursione fatta qualche anno
fa' e so che in diversi punti concede delle bellissime viste panoramiche sul
Golfo dei Poeti e sulle Alpi Apuane.
Sono finalmente giunto di nuovo alla piccola chiesetta. Non mi rimane che
affrontare il percorso a ritroso fino a discendere la scalinata che mi riporterà al punto di partenza.
Ancora un pò di sofferenza per le mie ginocchia, ma ne è valsa la pena.
Principali dati dell'escursione:
Quota massima: 342 m
Dislivello positivo accumulato: 393 m
Distanza percorsa: 5.6 km
Tempo totale: 3h
Difficoltà: EE
Scarica la traccia
Più in generale questa escursione offre indubbiamente bellissimi tratti panoramici sul Golfo e sulle prospicienti vette appenniniche ancorché una buona parte di essa si svolga in aree densamente popolate e quindi su ampi tratti di sentiero che in realtà sono vie asfaltate.
Benché questa non rientri tra le mie escursioni preferite, è stata comunque l'occasione di trascorre qualche ora con gli scarponi ai piedi dopo una lunghissima, forzata sosta.
Buona montagna a tutti!
Se vuoi puoi anche
iscriverti a Piccoli Sentieri
per ricevere tutti gli aggiornamenti direttamente sulla tua e-mail.
Buona montagna a tutti!
Ciao sono Mauro Moscatelli di Piccoli Sentieri,
benvenuto nel mio blog. Voglio confessarti che i tuoi commenti, positivi o negativi che siano, sono molto apprezzati. Ti invito pertanto a lasciare traccia del tuo passaggio con un commento nell'apposito spazio, qui sotto. Se pensi che questa pagina possa interessare i tuoi amici, beh allora non esitare: condividila nella tua rete social. Grazie! |
7 commenti:
Daje Mauro un bel giro con un pensiero agli aviatori che sono deceduti. Buona Strada
Ciao Umberto, un fortissimo abbraccio sperando di rivederci presto per una bella camminata.
Always look forward for such nice post & finally I got you. Really very impressive post & glad to read this.
Architects in Indore
Civil Contractors in Indore
Good luck & keep writing such awesome content.
Virgin Linseed Oil BP
flaxseed oil
Best content & valuable as well. Thanks for sharing this content.
Approved Auditor in DAFZA
Approved Auditor in RAKEZ
Approved Auditor in JAFZA
i heard about this blog & get actually whatever i was finding. Nice post love to read this blog
Approved Auditor in DMCC
Ciao Mauro... Mi chiamo Pietro e sono uno dei nipoti di Rizieri Valgiusti, il proprietario del Piper... Io non sono mai potuto andare lì dove mia madre fece mettere la croce, conto però di venire in estate...
Volevo ringraziarti per il tuo reportage...
Ciao Pietro, grazie per aver visitato il mio piccolo blog.
Se hai bisogno di maggiori informazioni o altro, non esitare a contattarmi. Un saluto
Posta un commento