In cammino con Piccoli Sentieri
Finalmente è arrivato un fine settimana di bel tempo. Ne abbiamo subito approfittato per realizzare la prima camminata organizzata con l'iniziativa "In cammino con Piccoli Sentieri". 10 amici, tra cui due giovanissime ragazze, si sono avventurati tra i bellissimi sentieri dell'Appennino ligure della costa di levante in una calda giornata di sole. Un'avventura che ci ha permesso di condividere una vera giornata full immersion nella natura e nella sana amicizia. Una giornata intensa, a tratti anche faticosa, che tutti abbiamo apprezzato e che prossimamente vogliamo replicare camminando lungo i tanti sentieri che solcano la nostra bella Italia.
Data escursione: 24/03/2018Trasferimento: Da La Spezia a Campiglia. Campiglia è raggiungibile in auto percorrendo la provinciale che dalla Spezia giunge a Portovenere. Arrivati nella frazione di Acquasanta si svolta a destra al bivio e si percorre la carrozzabile lunga circa 6 km che porta direttamente al borgo.
Tempo di percorrenza: da La Spezia circa 20'.
Punto di partenza e arrivo escursione: Campiglia
Punti di appoggio: .
Tracciato dell'escursione |
Grafico delle quote e delle velocità |
(tutte le immagini possono essere ingrandite cliccando sulla miniatura)
Itinerario: Ci siamo ritrovati il sabato mattina nella piazza del paese di Campiglia, una frazione del comune della Spezia. Situata a circa 400 metri s.l.m. sul crinale collinare che racchiude a occidente il golfo spezzino, il borgo offre ai suoi visitatori incantevoli scorci panoramici sulla città e sulle Alpi Apuane.
Chiesa di Santa Caterina |
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Dopo le presentazioni di rito, il tempo per un caffè e finalmente ci incamminiamo, zaini in spalla, lungo l'Alta Via delle 5 Terre in direzione San Antonio. L'AV5T si stacca tranquillo da Campiglia, sulla sinistra, e sale per circa un chilometro superando un dislivello di circa 175 metri. Giusto quello che ci vuole per scaldare bene i muscoli delle gambe e non solo. La tranquilla salita ci consente infatti di scambiare quattro chiacchiere concedendoci la possibilità di rompere il ghiaccio con gli amici fino a quel momento conosciuti solo sui social.
Sul sentiero dell'Alta Via |
Chiesetta di San Antonio |
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In breve raggiungiamo San Antonio dove ci prendiamo una piccola sosta per riempire le borracce di acqua freschissima e subito affrontiamo la discesa del sentiero 534, che in circa mezz'ora ci condurrà al centro di un gruppo di abitazioni che prendono il nome di Casotti, Pascarota, Fossola, Lama. Siamo nel bel mezzo del territorio di Tramonti, un tratto di costa che si snoda per circa 7 Km ad ovest del Golfo dei Poeti, incuneandosi fino a mare tra Riomaggiore e Portovenere.
La discesa lungo il 534 è tranquilla, la pendenza discreta; la scalinata purtroppo in alcuni tratti non versa in buonissime condizioni essendo stata invasa da piccole frane e smottamenti di terra e sassi che ne hanno riempito la sede. E' chiaro che se non interverranno con dei lavori di manutenzione la situazione non potrà che peggiorare, con il rischio di perdere per sempre questa vera e propria opera d'arte. Durante la discesa Ilario ci ha raccontato di aver partecipato qualche tempo fa' ad una gara di trail running e di aver percorso la scalinata in salita. Gli atleti nell'occasione, chiamarono la scalinata "Golgota" per la fatica fatta per superarla.
Già prima di arrivare alle abitazioni di località Casotti, il panorama finalmente si apre in tutta la sua bellezza sul litorale costiero e sul mare. La visuale è buona anche se non ottima, si riesce infatti ad intravedere l'Isola Gorgona distante circa 80 miglia nautiche; nelle giornate molto limpide sono facilmente osservabili le Isole di Capraia, Gorgona, l’Elba e perfino la Corsica, l’arco della costa Ligure fino alle alpi Marittime con le sue cime innevate ed il confine francese. Ma soprattutto si presenta ai nostri occhi il vero spauracchio della nostra escursione: il ripido costone dove si ergono le abitazioni di Monesteroli, nostra prossima meta.
La piccola Chiesa degli Angeli Custodi, che prende il nome dall'omonimo tratto di costa, ci offre l'opportunità di scattare una bella foto di gruppo. Piccole Chiese e modesti oratori sono frequenti in questi luoghi, dove un tempo i contadini lavoravano le campagne e i vigneti e raccoglievano i frutti dei boschi. La Chiesa degli Angeli Custodi, per l'appunto, era il luogo dove gli abitanti di Biassa, che possedevano i vasti vigneti del territorio di Tramonti, un tempo completamente disabitato, si raccoglievano per un momento di riflessione e di preghiera. La chiesetta è una costruzione sobria, tinteggiata di bianco, con una piccola piazzetta lastricata d'arenaria e i classici sedili in muratura posti sotto le due finestre lateralmente all'ingresso. Al richiamo della campana i contadini, che lavoravano sulla costa dell'Angelo Custode, si raccoglievano nella chiesa per pregare per la propria anima e per un buon raccolto.
Lasciata la chiesetta, il sentiero 534 si snoda inizialmente tra vigneti terrazzati ed abitazioni; poi con un bel traverso a mezza costa, completamente panoramico, il sentiero ci condurrà all'impegnativa scalinata di Monesteroli. A metà traverso, in località Lama Sottana, non potevamo non approfittare di un piccolo spiazzo arredato con il classico tavolo in legno ed una panca da picnic. Quale luogo migliore per un piccolo spuntino affacciandoci sull'ampia finestra panoramica con vista sul mare e riscaldata dai copiosi raggi solari.
Infine la scalinata di Monesteroli. Conosciuta come "La scala grande" l'impervia scalinata è un monumento alla fatica dell'uomo nello scosceso territorio di Tramonti. La scala grande snoda il suo ripido percorso su un costone affilato sino a raggiungere le ultime cantine del caratteristico nucleo contadino di Monesteroli. La discesa è lunga, impegnativa, e lo sarà ancora di più la salita. Seguendo la lunga teoria di scalini sembra quasi di tuffarsi in un lungo precipizio, verso il blu del mare. Indimenticabile il panorama che si gode dalla scalinata: a sinistra San Pietro, l'Isola Palmaria, il Tino e il Tinetto. A destra tutta la costa che sale da Punta Mesco a Punta Manara fino a Madonna del Capo, la punta che protegge Portofino.
Raggiunte finalmente le abitazioni del borgo, decidiamo di scendere fino a mare verso la Spiaggia dei Nacché e il frontaliero Scoglio Montonaio, a destra di Punta Monesteroli. La discesa in questo tratto di sentiero è difficoltosa e pericolosa a causa di una frana che ha travolto una parte della scalinata, ma soprattutto a causa di alcuni massi che minacciano di precipitare verso mare da un momento all'altro. E' a questo punto che, casualmente, abbiamo la sorpresa di scoprire il tunnel progettato negli anni trenta che collega la città di Spezia con la Spiaggia dei Nacché.
E' giunto il momento di risalire. Inutile dire che la salita è impegnativa, lunga e faticosa. Più di mille sono i scalini che si devono affrontare risalendo dal mare. Mentre sali sbuffando non puoi non pensare ai laboriosi contadini che, dopo una lunga giornata di duro lavoro, dovevano affrontare il greve cammino di rientro verso casa, magari sobbarcandosi un pesante carico sulle spalle. Fortuna per noi che non abbiamo lavorato nei campi e che la stagione estiva è ancora lontana, per cui il sole è caldo ma non implacabile.
Dopo aver superato tra sbuffi e fiatoni il tratto più duro della salita, ognuno con il proprio passo, proseguiamo sul 536 per andare a visitare il Menhir di Schiara conosciuto anche come Masso del Diavolo. Alto più di 2 metri, il misterioso masso fu scoperto e studiato per la prima volta da Ubaldo Mazzini nel 1922 insieme ad altri megaliti presenti in zona, alcuni dei quali sono oggi conservati nel Museo Civico di La Spezia. Secondo gli studiosi la presenza di questi megaliti potrebbero essere legati ad un sito astronomico e religioso dell'Età del Bronzo. Queste ipotesi, in particolare quella dell'uso religioso del sito, sono alimentate dalla presenza di due pietre, una con un foro circolare e l'altro con uno rettangolare, poste ai lati del grande masso. Fatto sta che il 21 giugno, solstizio d'estate, l'ombra del Masso del Diavolo si proietta esattamente al centro del muro a secco posto di fronte a qualche metro di distanza. Ovviamente, come tutte le cose misteriose, al menhir è legata una leggenda secondo la quale un tempo degli antichi viandanti si fermarono a ridosso del masso per riposare e per ripararsi dalla leggera brezza di mare. Acceso un fuoco si accingevano a prendere sonno quando, all'improvviso, si alzò un vento impetuoso ed assordante. I sempre più spaventati viandanti si strinsero allora tra loro, attizzando il fuoco per non farlo spegnere; fu proprio in quel momento che il diavolo in persona, emergendo dalle fiamme, si presentò loro scacciandoli in malo modo, arrabbiato perché avevano invaso la sua dimora. Da allora il menhir di Schiara venne soprannominato, dagli abitanti locali, il Masso del Diavolo.
Siamo ormai quasi giunti alla fine della nostra camminata. Giusto il tempo di percorrere il sentiero 535 per godere degli ultimi, fantastici, scorci sull'Isola Palmaria, Tino e Tinetto ed eccoci giunti di nuovo a Campiglia, dove ci salutiamo davanti ad un bel tagliere di formaggi ed affettati, ben innaffiati da una ottima birra.
Alla prossima escursione in "Cammino con Piccoli Sentieri"
Principali dati dell'escursione:
Quota massima: 577 m
Dislivello positivo accumulato: 795 m
Distanza percorsa: 10.6 km
Tempo totale: 5h 50'
Difficoltà: E
Scarica la traccia
Sul 534 |
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Già prima di arrivare alle abitazioni di località Casotti, il panorama finalmente si apre in tutta la sua bellezza sul litorale costiero e sul mare. La visuale è buona anche se non ottima, si riesce infatti ad intravedere l'Isola Gorgona distante circa 80 miglia nautiche; nelle giornate molto limpide sono facilmente osservabili le Isole di Capraia, Gorgona, l’Elba e perfino la Corsica, l’arco della costa Ligure fino alle alpi Marittime con le sue cime innevate ed il confine francese. Ma soprattutto si presenta ai nostri occhi il vero spauracchio della nostra escursione: il ripido costone dove si ergono le abitazioni di Monesteroli, nostra prossima meta.
Scoglio Montonaio |
In alto Monesteroli, lo scoglio Montonaio e la Spiaggia dei Nacché |
Le abitazioni delle località Fossola e Lama |
La piccola Chiesa degli Angeli Custodi, che prende il nome dall'omonimo tratto di costa, ci offre l'opportunità di scattare una bella foto di gruppo. Piccole Chiese e modesti oratori sono frequenti in questi luoghi, dove un tempo i contadini lavoravano le campagne e i vigneti e raccoglievano i frutti dei boschi. La Chiesa degli Angeli Custodi, per l'appunto, era il luogo dove gli abitanti di Biassa, che possedevano i vasti vigneti del territorio di Tramonti, un tempo completamente disabitato, si raccoglievano per un momento di riflessione e di preghiera. La chiesetta è una costruzione sobria, tinteggiata di bianco, con una piccola piazzetta lastricata d'arenaria e i classici sedili in muratura posti sotto le due finestre lateralmente all'ingresso. Al richiamo della campana i contadini, che lavoravano sulla costa dell'Angelo Custode, si raccoglievano nella chiesa per pregare per la propria anima e per un buon raccolto.
Chiesa degli Angeli Custodi |
Lasciata la chiesetta, il sentiero 534 si snoda inizialmente tra vigneti terrazzati ed abitazioni; poi con un bel traverso a mezza costa, completamente panoramico, il sentiero ci condurrà all'impegnativa scalinata di Monesteroli. A metà traverso, in località Lama Sottana, non potevamo non approfittare di un piccolo spiazzo arredato con il classico tavolo in legno ed una panca da picnic. Quale luogo migliore per un piccolo spuntino affacciandoci sull'ampia finestra panoramica con vista sul mare e riscaldata dai copiosi raggi solari.
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La carovana di Piccoli Sentieri | ||||||||
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Nel mentre c'è chi si gode una giornata in barca a vela |
Infine la scalinata di Monesteroli. Conosciuta come "La scala grande" l'impervia scalinata è un monumento alla fatica dell'uomo nello scosceso territorio di Tramonti. La scala grande snoda il suo ripido percorso su un costone affilato sino a raggiungere le ultime cantine del caratteristico nucleo contadino di Monesteroli. La discesa è lunga, impegnativa, e lo sarà ancora di più la salita. Seguendo la lunga teoria di scalini sembra quasi di tuffarsi in un lungo precipizio, verso il blu del mare. Indimenticabile il panorama che si gode dalla scalinata: a sinistra San Pietro, l'Isola Palmaria, il Tino e il Tinetto. A destra tutta la costa che sale da Punta Mesco a Punta Manara fino a Madonna del Capo, la punta che protegge Portofino.
In discesa sulla grande scala |
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Raggiunte finalmente le abitazioni del borgo, decidiamo di scendere fino a mare verso la Spiaggia dei Nacché e il frontaliero Scoglio Montonaio, a destra di Punta Monesteroli. La discesa in questo tratto di sentiero è difficoltosa e pericolosa a causa di una frana che ha travolto una parte della scalinata, ma soprattutto a causa di alcuni massi che minacciano di precipitare verso mare da un momento all'altro. E' a questo punto che, casualmente, abbiamo la sorpresa di scoprire il tunnel progettato negli anni trenta che collega la città di Spezia con la Spiaggia dei Nacché.
La spiaggia dei Nacchè e lo scoglio Montonaio | |
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Il tunnel |
E' giunto il momento di risalire. Inutile dire che la salita è impegnativa, lunga e faticosa. Più di mille sono i scalini che si devono affrontare risalendo dal mare. Mentre sali sbuffando non puoi non pensare ai laboriosi contadini che, dopo una lunga giornata di duro lavoro, dovevano affrontare il greve cammino di rientro verso casa, magari sobbarcandosi un pesante carico sulle spalle. Fortuna per noi che non abbiamo lavorato nei campi e che la stagione estiva è ancora lontana, per cui il sole è caldo ma non implacabile.
Monumento all'inventiva dell'uomo questa Vespa, egregiamente riadattata come teleferica per il trasferimento di pesanti carichi, giace ormai inutilizzata e completamente arrugginita, simbolo evidente del preoccupante stato di abbandono in cui giacciono questi territori. |
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Dopo aver superato tra sbuffi e fiatoni il tratto più duro della salita, ognuno con il proprio passo, proseguiamo sul 536 per andare a visitare il Menhir di Schiara conosciuto anche come Masso del Diavolo. Alto più di 2 metri, il misterioso masso fu scoperto e studiato per la prima volta da Ubaldo Mazzini nel 1922 insieme ad altri megaliti presenti in zona, alcuni dei quali sono oggi conservati nel Museo Civico di La Spezia. Secondo gli studiosi la presenza di questi megaliti potrebbero essere legati ad un sito astronomico e religioso dell'Età del Bronzo. Queste ipotesi, in particolare quella dell'uso religioso del sito, sono alimentate dalla presenza di due pietre, una con un foro circolare e l'altro con uno rettangolare, poste ai lati del grande masso. Fatto sta che il 21 giugno, solstizio d'estate, l'ombra del Masso del Diavolo si proietta esattamente al centro del muro a secco posto di fronte a qualche metro di distanza. Ovviamente, come tutte le cose misteriose, al menhir è legata una leggenda secondo la quale un tempo degli antichi viandanti si fermarono a ridosso del masso per riposare e per ripararsi dalla leggera brezza di mare. Acceso un fuoco si accingevano a prendere sonno quando, all'improvviso, si alzò un vento impetuoso ed assordante. I sempre più spaventati viandanti si strinsero allora tra loro, attizzando il fuoco per non farlo spegnere; fu proprio in quel momento che il diavolo in persona, emergendo dalle fiamme, si presentò loro scacciandoli in malo modo, arrabbiato perché avevano invaso la sua dimora. Da allora il menhir di Schiara venne soprannominato, dagli abitanti locali, il Masso del Diavolo.
Siamo ormai quasi giunti alla fine della nostra camminata. Giusto il tempo di percorrere il sentiero 535 per godere degli ultimi, fantastici, scorci sull'Isola Palmaria, Tino e Tinetto ed eccoci giunti di nuovo a Campiglia, dove ci salutiamo davanti ad un bel tagliere di formaggi ed affettati, ben innaffiati da una ottima birra.
Alla prossima escursione in "Cammino con Piccoli Sentieri"
Principali dati dell'escursione:
Quota massima: 577 m
Dislivello positivo accumulato: 795 m
Distanza percorsa: 10.6 km
Tempo totale: 5h 50'
Difficoltà: E
Scarica la traccia
24 marzo 2018
In cammino verso Monesteroli
Accompagnati dal profumo del mare, dall'odore del bosco, dai colori di un cielo sereno che si perde nel mare, insieme ad amici e a nuove persone che sarebbe bello conoscere di più. Una giornata che ci ha fatto ritrovare noi stessi e ci rende parte di un luogo incantevole dove la fatica dell’uomo, per coltivare un terreno difficile, oggi regala a tutti emozioni e panorami unici. Grazie a tutti quelli che oggi ci hanno accompagnato alla scoperta di un luogo, dove il tempo sembra essersi fermato...
Un grazie speciale a te Mauro e a Tommaso che ci ha uniti a questo gruppo
Ciao Giovanna e Sandro
Buona montagna a tutti!
Ciao sono Mauro Moscatelli di Piccoli Sentieri, benvenuto nel mio blog. Voglio confessarti che i tuoi commenti, positivi o negativi che siano, sono molto apprezzati. Ti invito pertanto a lasciare traccia del tuo passaggio con un commento nell'apposito spazio, qui sotto. Se pensi che questa pagina possa interessare i tuoi amici, beh allora non esitare: condividila nella tua rete social. Grazie! |
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