Piccoli Sentieri

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martedì 13 febbraio 2018

Sognando la vetta del Sagro

Alpi Apuane - Campocecina e Monte Sagro

La giornata era perfetta. Un luminoso e caldo sole risplendeva alto nel cielo, donando al manto di neve un accecante bianco candore. Al seguito di un folto gruppo di amici, tutti sciatori, ho tentato di cavalcare le onde di neve, in perfetta solitudine, cercando di raggiungere la vetta del Monte Sagro, sia per godere della eccezionale vista sia per assaporare il piacere di esserci arrivato.

Data escursione: 11/02/2018
Trasferimento: da La Spezia a Campocecina.
Tempo di percorrenza: da La Spezia circa 60' per una distanza di circa 54 Km.
Punto di partenza e arrivo escursione: Foce di Pianza
Punti di appoggio: Rifugio Carrara (non sul percorso dell'escursione).

 
Tracciato dell'escursione

Grafico delle quote e delle velocità
(tutte le immagini possono essere ingrandite cliccando sulla miniatura)

Il Monte Sagro completamente imbiancato
Il Monte Sagro completamente imbiancato

Davanti allo specchio di casa puoi barare, puoi metterti di fronte ad esso e illuderti che, tutto sommato, sei abbondante nelle forme ma poi non così tanto. La montagna innevata invece è lo specchio della verità. Come lo specchio magico della favola di Biancaneve, la montagna innevata mette a nudo tutte le tue debolezze, tutte le tue illusioni. In salita si fa fatica è risaputo, se sei abbondantemente fuori forma la fatica diventa improba. Dove gli altri avanzano come gazzelle, tu affondi inesorabilmente sotto il peso delle tue responsabilità e delle tue debolezze. E la vetta diventa un sogno irraggiungibile.

La vetta del Sagro
La vetta del Sagro
A questo pensavo mentre arrancavo in salita, respirando affannosamente, con il cuore in gola. Guardavo in alto verso la vetta del Sagro e la vedevo sempre più lontana, sempre più irraggiungibile. Ho provato di tutto, ho provato ad accorciare il più possibile la falcata, come mi aveva insegnato una signora qualche tempo fa; ho provato a zigzagare per cercare di attenuare la pendenza, come mi ha insegnato Salvatore. Ho provato anche a convincermi che, dopotutto, la mia prestazione non era poi tanto male, che stavo salendo abbastanza bene; fino a che tre ragazzi sulla ventina, per l'esattezza un ragazzo e due ragazze, non mi hanno superato alla velocità della luce. Oltretutto parlavano tranquillamente tra di loro come se fossero al passeggio in Via del Prione a Spezia. Beata gioventù. È stato il colpo finale, la mazzata dal quale non mi sono più ripreso: tutte le motivazioni che mi ero costruito fino a quel momento, mi sono crollate addosso, inesorabilmente. Ho ceduto di schianto e immediatamente, senza pensarci due volte, ho rivolto la punta delle ciaspole verso la discesa, verso la via del ritorno.


Foce di Pianza
Foce di Pianza

Itinerario: in questa escursione non c'è molto da raccontare. Abbandonata l'auto a circa 100 metri dalla Foce di Pianza, ho percorso il primo tratto di cammino senza l'ausilio di alcuno strumento ai piedi, tanto era compatta la neve.
Le cose sono lentamente cambiate mano a mano che mi sono allontanato dal sentiero 172, fino a ritrovarmi in una zona in ombra dove, improvvisamente, sono sprofondato nella neve fino al bacino. E' inutile che vi stia a raccontare la fatica che ho fatto per tirarmi fuori da quell'abisso. Decido quindi di infilare le ciaspole e continuo sulle tracce lasciate da chi era salito prima di me, avventurandomi lungo il fianco sinistro (orografico) del Sagro.
I miei amici sciatori alla conquista del Sagro
I miei amici sciatori alla conquista del Sagro
Non sono ancora nella parte più dura del percorso. La neve, ora esposta al sole, è tornata abbastanza compatta. Supero abbastanza bene un paio di "dossi" ed affronto un primo tratto molto ripido. Ingrano le ridotte e malgrado qualche scivolone riesco a passare. Sono ancora speranzoso, mi sento ancora in grado di arrivare in cima fino a che... la salita si fa molto impegnativa. Davanti a me c'è una coppia di ragazzi, un uomo e una donna, con un grosso zaino sulle spalle e una tavola da snowboard infilata dentro. Avanzano anche loro lentamente, sprofondando spesso nella neve.


Salgo fino a quota 1.480 metri, quando preso dallo sconforto (ricordate i tre ragazzi?) decido infine di ridiscendere verso la Foce di Pianza. La discesa è tranquilla, bellissima. Mi butto su ampi tratti di manto immacolato e scendo quasi sciando, sprofondando leggermente nella neve. Mi fermo spesso per voltarmi indietro; guardo con una punta di invidia i miei amici che stanno cominciando ad affrontare la discesa con gli sci.
Ci ritroveremo tutti alle macchine, soddisfatti della bellissima giornata trascorsa sulle nevi del Monte Sagro.




Principali dati dell'escursione:
Quota massima: 1.477 m
Dislivello positivo accumulato: 331 m
Distanza percorsa: 4.4 km
Tempo totale: 3h 25'
Difficoltà: EEAI
Scarica la traccia

Malgrado la sconfitta morale di cui vi ho parlato più sopra, la giornata è stata bellissima. Una giornata luminosa, solare, con una neve eccellente sotto tutti i punti di vista. Il Monte Sagro da questo punto di vista non delude mai. È una montagna certamente impegnativa, che ovviamente non va mai sottovalutata, ma con le giuste condizioni è una montagna che ti regala divertimento, bellezza, gioia.
Una montagna da frequentare e da amare.

Buona montagna a tutti!

Ciao sono Mauro Moscatelli di Piccoli Sentieri, benvenuto nel mio blog.
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2 commenti:

Aniello Ricciardi ha detto...

Mi piace tantissimo camminare. Lo faccio tutti i giorni, salvo imprevisti. Ti invidio ma non troppo, la neve non mi piace proprio. Quando inizierai a percorrere i sentieri senza neve proverò anche provare a farti compagnia. Fammi un po'di posto nel tuo zaino.

Mauro ha detto...

:-) ho uno zaino molto grande... troverai sicuramente posto. Ciao Aniello.

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