Quando si parla di Vespa si parla della Storia italiana. La Vespa della Piaggio, brevettata il 23 aprile 1946, ha avuto un successo planetario e ha trasportato milioni di passeggeri in tutto il mondo. La Vespa descritta in questo post è la 150 GL nata negli anni '60, scooter che rappresentò una vera e propria rivoluzione di stile tanto da essere giudicata la più elegante tra tutte quelle prodotte.
Vespa 150 GL del 1963
Con la sigla GL (Gran Lusso) questa 150 si rivolge agli appassionati più esigenti. La linea si presenta decisamente più moderna, con un parafango anteriore più slanciato e una seri di fregi cromati per evidenziare un maggior ricercatezza nelle finiture. Il manubrio ha forma rettangolare. Il faro è trapezoidale e ha una cornice cromata. Le ruote sono maggiorate a 10" e il parafango anteriore è di maggiori dimensioni. la calandra coprissero forma un corpo unico con lo scudo. Lo scudo stesso è dotato di un bordo in alluminio. la scritta "Vespa GL" ha una nuova grafica ed è di colore blu scuro, così come il coprisella e la maniglia del passeggero.
articolo tratto dal sito elogioallavespa.it
Ottima e adatta a tutti anche in virtù della comoda posizione di guida, la Vespa GL è divertente sia in città sia in percorsi extraurbani. Il rumore di scarico ovattato non disturba mai; una volta avviato il motore lo si può lasciare per lunghi periodi al minimo senza che si avverta alcuna alterazione del numero dei giri. Le ruote alte da 10" danno maggior sicurezza in curva e s strade con buche, pavé o rotaie del tram. Il motore ha un tiro notevole anche ai bassi regimi, buono per viaggiare in due anche ad alte velocità. I consumi abbastanza contenuti e l'importante capacità del serbatoio, assicurano lunghe percorrenze senza fermate per i rifornimenti di miscela. Ottimi ed all'altezza della velocità del mezzo, i freni a tamburo con alette di raffreddamento, come quelli montati dal 1958 150 GS VS5.
articolo tratto da "Collezione Fabbri Editori 2005 - Modellini Vespa e Fascicoli"
L'ho battezzata la Vespa familiare questo spettacolare esemplare di Vespa 150 GL, Gran Lusso, che mi è capitato di fotografare quasi per caso. Parcheggiata in un angolo di un piazzale mi ha immediatamente colpito per la bellezza della sua carrozzeria e per il perfetto stato di conservazione, ma anche per alcuni fantasiosi particolari che la caratterizzavano. Seggiolino per il trasporto del bambino tra le gambe del padre e, dietro, struttura tubolare in acciaio per seduta "all'amazzone"; probabilmente una modifica "custom" per evitare alla moglie la normale seduta "a cavalcioni" considerata poco elegante per una signora negli anni '60.
Particolare del seggiolino per il trasporto del bambino |
Particolare del seggiolino per seduta all'amazzone |
Sebbene la prima Vespa sia stata brevettata nel 1946, la sua storia può considerarsi iniziata due anni prima con la presentazione del suo progenitore l'MP5 Paperino, così denominato in analogia alla Topolino, la prima auto del popolo; fu concepito nel biellese quando, durante la seconda guerra mondiale, gli stabilimenti di Pontedera vennero trasferiti in Piemonte, luogo ritenuto più sicuro nei confronti dei bombardamenti alleati. Il Paperino, pur vagamente simile ai futuri modelli di Vespa, presentava un ampio tunnel centrale che gli conferivano un aspetto goffo, tanto da meritarsi l'appellativo di "brutto anatroccolo"; il progetto fu presto accantonato e il modello non venne più prodotto e commercializzato.
Enrico Piaggio comprese che per realizzare qualcosa di realmente innovativo avrebbe dovuto scegliere un progettista la cui mente fosse sgombera da ogni concetto costruttivo riguardante una motocicletta; scelse così di affidarne la progettazione all'Ingegnere aeronautico Corradino D'Ascanio, progettista di alcuni modelli sperimentali di elicotteri e uomo che "detestava le motociclette", quindi la persona ideale per inventare qualcosa di completamente nuovo.
D'Ascanio detestava dover scavalcare una moto per sedercisi sopra, così sfruttò le sue conoscenze di progettista aeronautico per inventare la prima moto a scocca portante, priva di struttura tubolare in acciaio e, grazie a questo, priva di tunnel centrale. Adottò una sospensione anteriore ispirata a quella dei carrelli per aerei e creò un motore concettualmente derivato dai motori d'accensione aeronautici. Spostò il cambio sul manubrio, ritenendolo molto più pratico da usare, coprì il motore con il telaio per rimediare alle frequenti perdite d'olio che macchiavano i pantaloni (soluzione, questa, già adottata nell'MP5), aggiunse la ruota di scorta in quanto la maggior parte delle strade dell'epoca erano in sterrato ed i motociclisti erano costretti a rimediare alle frequenti forature con soluzione e toppe. Modellò la posizione di guida attorno al disegno di un uomo comodamente seduto su una poltrona, affinché la guida prolungata risultasse la meno affaticante possibile. Con l’aiuto di Mario D’Este, suo disegnatore di fiducia, a Corradino D’Ascanio bastarono pochi giorni per mettere a punto la sua idea e preparare il primo progetto della Vespa, prodotto a Pontedera nell’aprile del 1946.
D'Ascanio detestava dover scavalcare una moto per sedercisi sopra, così sfruttò le sue conoscenze di progettista aeronautico per inventare la prima moto a scocca portante, priva di struttura tubolare in acciaio e, grazie a questo, priva di tunnel centrale. Adottò una sospensione anteriore ispirata a quella dei carrelli per aerei e creò un motore concettualmente derivato dai motori d'accensione aeronautici. Spostò il cambio sul manubrio, ritenendolo molto più pratico da usare, coprì il motore con il telaio per rimediare alle frequenti perdite d'olio che macchiavano i pantaloni (soluzione, questa, già adottata nell'MP5), aggiunse la ruota di scorta in quanto la maggior parte delle strade dell'epoca erano in sterrato ed i motociclisti erano costretti a rimediare alle frequenti forature con soluzione e toppe. Modellò la posizione di guida attorno al disegno di un uomo comodamente seduto su una poltrona, affinché la guida prolungata risultasse la meno affaticante possibile. Con l’aiuto di Mario D’Este, suo disegnatore di fiducia, a Corradino D’Ascanio bastarono pochi giorni per mettere a punto la sua idea e preparare il primo progetto della Vespa, prodotto a Pontedera nell’aprile del 1946.
Era nata la prima Vespa.
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La tabella adesiva, posta dietro lo scudo posteriore, riporta alcune importanti indicazioni per il rodaggio particolarmente lungo, principalmente a causa dei materiali con cui era costruito il motore ma soprattutto per la qualità degli oli che avevano uno scarso potere lubrificante.
In particolare la Piaggio stabiliva un rodaggio di non meno di 2000 Km, durante i quali non si dovevano superare i 15 Km/h con la prima marcia, i 30 Km/h con la seconda ed i 50 con la terza. Inoltre Piaggio scoraggiava l'utente nel mantenere per lungo tempo le velocità massime consentite e di non tenere l'acceleratore completamente aperto in salita.
Infine una curiosità: per la miscela, al 2%, si doveva utilizzare esclusivamente olio Esso Mix.
Questa vecchia signora degli anni '60 ha contribuito, alla pari della Fiat 500, al miracolo economico italiano, un'icona di stile che ha incantato il mondo intero e che ha fatto viaggiare milioni di persone, comprese intere famiglie, come nel caso della nostra bella Vespa familiare.
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