Piccoli Sentieri

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sabato 14 ottobre 2017

La perfezione di un respiro

Quale magico e misterioso processo porta alla nascita di una creatura. Due piccolissime, microscopiche, cellule capaci di avviare un processo naturalmente inarrestabile che si conclude con il pianto sfrenato di un cucciolo di uomo, sublime coronamento di un atto d'amore e massima espressione della perfezione e della potenza di Madre Natura. Malgrado l'indubbia creatività di cui siamo capaci, nulla è paragonabile alla "tecnologia" che il Divino ha voluto mettere a disposizione del genere umano. 




Non sono proprio in grado di immaginare quali gioie può provare una mamma sentendo crescere dentro di se, giorno dopo giorno, questo vulnerabile dono d'amore. Quanto sono belle le donne in dolce attesa, come cambia la luce dei loro occhi, il colore della loro pelle; e tutti quei teneri gesti protettivi, quel modo particolare di camminare, quel dolce preparare le cose e la casa per accogliere degnamente il nascituro.



E poi l'ansia delle lunghe ore di attesa per un evento che sembra non arrivare mai. Ore in cui tutti sono agitati, preoccupati e anche spaventati. Tutti tranne lei, la mamma, che invece con calma serafica gestisce le ansie di tutti preparandosi ad affrontare coraggiosamente la sofferenza dolorosa del parto, disposta a soffrire tutto quello che c'è da soffrire pur di poter finalmente avvicinare al proprio seno la bocca affamata di quel piccolo essere, che negli ultimi nove mesi gli ha riempito la vita attimo dopo attimo.


Poi, in un preciso istante, con un meccanismo al tempo stesso arcano e perfetto, il cucciolo riempie di ossigeno per la prima volta i suoi immacolati polmoni, primo segno tangibile e prepotente della sua presenza nel mondo. E piange disperato unendo le proprie lacrime a quelle, finalmente felici, dei genitori e dei nonni.

Da marito e genitore ho vissuto queste emozioni violente, indimenticabili, inimitabili. Ho cresciuto i miei figli, li ho fatti dormire tra le mie braccia, li ho coccolati con amore, li ho visti crescere piano piano, fino a che un giorno, quasi all'improvviso, non me li sono ritrovi davanti, emozionati ed impacciati, con un fagottino impaurito che piangeva spaventato e disperato tra le loro braccia. E' solo in quel momento che ho realizzato che i miei figli avevano smesso i panni da "bambino" ed erano diventati Uomini, che la ruota della vita stava girando vorticosamente, che il ciclo della vita si perpetuava come l'alternanza del giorno e della notte, all'infinito, per sempre.

Oggi sono l'orgoglioso padre di tre bravi ragazzi e, grazie alle mie brave nuore, anche nonno felice di tre splendide creature, una dolce principessa e 2 due vispi maschietti.


Dedicato ai miei nipotini ultimi arrivati, alla mia principessa, alle mie nuore e a tutte le mamme del mondo!

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