Piccoli Sentieri

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Se ti senti un po' depresso vai in montagna un po' più spesso!

martedì 30 giugno 2020

Il Monte Gottero

Passo della Cappelletta, Passo del Lupo, Monte Gottero, Foce dei Tre Confini.

Avevo letto del "belvedere" del Monte Gottero e la cosa mi aveva incuriosito non poco. Ho deciso  quindi di pianificare una bella escursione per andare a verificare se quello che avevo letto corrispondeva alla realtà.
Lo volete proprio sapere? Non sono rimasto deluso!

Mi sono gustato questa escursione fin dal trasferimento con lo scooter, una strada tutta tornanti che mi ha fatto divertire. E poi la vista dal Passo della Cappelletta "all'ombra" delle enormi pale dell'impianto eolico, una fotografia da togliere il fiato. Ma vi racconto tutto più sotto.



Data escursione: 27/06/2020
Trasferimento: Da La Spezia percorrendo la SS1 fino a Brugnato, quindi sulla SP 566 fino a Varese Ligure e SP 553 fin quasi al Passo Centocroci.
Tempo di percorrenza: da La Spezia circa 1h 30' per una distanza di circa 63 Km.
Punto di partenza e arrivo escursione: Passo della Cappelletta
Punti di appoggio: Lungo il percorso non sono presenti rifugi.


Tracciato dell'escursione

Grafico delle quote e delle velocità

L'escursione su Google Earth

(tutte le immagini possono essere ingrandite cliccando sulla miniatura)

Itinerario: lo confesso non sono proprio un amante delle "levatacce", mi piace stare a letto a poltrire, questa volta però ho pensato che non era il caso di sfidare il gran caldo che già in questo periodo imperversa per cui ho deciso di muovermi da casa decisamente molto presto rispetto ai miei soliti standard. Infatti mancavano ancora 10 minuti alle sette che ero già in viaggio sul mio scooter. 
Mentre avevo già avuto modo di transitare dalla bellissima cittadina di Varese Ligure, la SP 523 non l'avevo mai percorsa. Una bellissima strada tutta curve che ho percorso con vero piacere, anche se in alcuni tratti molto disconnessa e quindi pericolosa in particolare per scooter e moto. 

Giunto in prossimità del Passo di Centrocroci ho lasciato la provinciale per dirigere a destra verso il Passo della Cappelletta, punto di partenza della mia escursione sul Monte Gottero
Il sole era ancora relativamente basso sull'orizzonte tanto che i suoi raggi pennellavano la luce dando una perfetta tridimensionalità alle dolci colline che caratterizzano l'ampia conca formata dalle pendici che vanno dal Monte Ventarola al Monte Chiappa, un grande anfiteatro naturale nella quale spuntano qua e la aziende agricole ed ampie distese di prati da fieno, mentre piccole mandrie di mucche pascolano libere. Non ho potuto fare a meno di fermarmi davanti a questo bucolico paesaggio e scattare qualche fotografia.

Impianto eolico del Passo della Cappelletta
Il Passo della Cappelletta e l'impianto eolico per la produzione di energia elettrica


 Il Passo della Cappelletta è una ampia depressione a 1085 m s.l.m. che prende il nome dalla piccola cappella edificata nel lontano 1933 in occasione dell'Anno Santo straordinario indetto da Papa Pio XI
Il passo è un luogo molto ventoso, le cronache raccontano che mediamente qui il vento soffia ad una velocità di oltre 7 metri al secondo (circa 25 km/h) e, non a caso, è dominato da quattro enormi impianti eolici. Stranamente anche se oggi spira una bella e fresca brezza, uno solo dei quattro impianti è in funzione con le pale che girano a pieno ritmo. 

Passo della Cappelletta
Il Passo della Cappelletta. L'edificio che da il nome al Passo è visibile
a destra della piccola area bianca.
Sullo sfondo gli impianti del Passo di Centocroci.

 
 
 
 
 La piccola cappella, che da il nome al passo, edificata nel 1933 in occasione della
proclamazione dell'Anno Santo straordinario


Passo della Cappelletta

Sono pronto a partire per la mia escursione, ma rimango un paio di minuti ad ascoltare il rumore generato delle pale della turbina eolica. Mi ero sempre chiesto quanto fossero rumorose le turbine eoliche, ora finalmente la mia curiosità è stata appagata.


Vuoi ascoltare anche tu la voce di una turbina eolica?




Finalmente si parte! Decido subito di ignorare il segnavia che dopo pochi passi mi indica l'Alta Via dei Monti Liguri (a proposito un lungo tratto della mia escursione rappresenta la tappa nr. 38 dell'Alta Via, dal Passo della Cappelletta al Passo Calzavitello) e mi incammino sul sentiero 116. Voglio gustarmi fino all'ultimo la vista che quella luce quasi radente mi regala sui pascoli, condizione che certamente non troverò al mio ritorno. 



Il 116 nel tratto da me percorso è un'ampia mulattiera carrozzabile che si allunga sul fianco ovest del Monte Bertola. Ho percorso poche centinaia di metri della mia escursione, il rumore della turbina eolica è scomparso, poco più in basso sulla mia destra un gruppetto di mucche riposano tranquille, un intenso profumo di fieno miscelato a quello delle piante di biancospino e delle gialle ginestre riempie l'aria, mentre un incessante ronzio di battiti di ali rompe il silenzio. Da qualche parte, non lontano, un alveare di api si sta riempiendo di dolcissimo miele dorato. 
Un attacco di felicità mi coglie quasi impreparato, questa escursione inizia sotto i migliori auspici.

 
Un ultimo sguardo verso il passo
 
Il 116
 
Quando si dice relax


E' arrivato il momento di abbandonare il 116 per raggiungere, con un balzo, il Passo del Lupo. Non vi è alcun sentiero o indicazioni da seguire ma solo da superare un piccolo dislivello, pochi metri di cammino. Unico indizio un piccolo varco attraverso la recinzione di filo spinato che impedisce agli animali al pascolo di cacciarsi nei guai e la consapevolezza di essere sotto la verticale del passo.
Passo del Lupo
Passo del Lupo

Alta Via dei Monti Liguri
Sull'Alta Via
Superato velocemente il passo si entra nel fitto del bosco: non rivedrò più la luce diretta del sole fino alla cima del Monte Gottero. Sono ora sull'Alta Via, il sentiero è bello, sale nel primo tratto con lieve declivio, l'ombra dei pini rende l'aria fresca. Poi dal crinale L'Alta Via si sposta sul versante est della montagna ed inizia a salire con pendenza via via più pronunciata anche se costante. Supero la Bocca del Lupo, dove la salita mi regala un attimo di respiro, e continuo a salire fino a che non giungo ad un crocevia. I segnali indicano chiaramente che per il Gottero bisogna prendere a destra e che bisognerà camminare per un'ora e mezzo; il sentiero di sinistra lo  percorrerò sulla via del ritorno. 

 
Crocevia tra l'AV e il sentiero SI per la
Foce dei 3 Confini
 
Impossibile sbagliare

Continuo il cammino sempre all'ombra del bosco, sempre in salita. Anche il fondo del sentiero a tratti cambia pelle diventando molto più sconnesso, ma credetemi assolutamente niente di difficile.  
Quasi all'improvviso, come se si fossi giunto ad un confine, il bosco cambia aspetto. Gli alberi di pino, cerro e castagno lasciano il posto ad una bellissima faggeta. Mi piacciono molto le faggete, per il gioco di luci ed ombre che generano le chiome degli alberi, per la pulizia ed e le mille sfumature color oro del suo sottobosco, per il tappeto di foglie che si deposita sul terreno che sembra di camminare su un soffice tappeto. 
La faggeta

E deve essere anche un bosco generoso vista l'enorme quantità di minacciosi cartelli che intimano con insistenza il divieto di raccogliere funghi e prodotti del bosco. Ci sono così tanti cartelli che bisognerebbe denunciare per inquinamento del bosco chi li ha messi.

Finalmente il sentiero si riporta sul crinale, so che ormai non manca molto alla vetta e so anche che alla mia sinistra più in basso c'è un laghetto, che qualcuno con un forte senso dell'umorismo ha chiamato "Lago Grande". Il lago è ciò che resta di un antico ghiacciaio del quale più tardi, sulla via del ritorno, troverò altre tracce. Mi piacerebbe visitarlo per cui ho cercato con gli occhi il sentiero che, almeno sulla carta, si dovrebbe staccare sulla sinistra dell'Alta Via. Non riesco ad individuarlo per cui reprimo il desiderio di buttarmi fuori sentiero. L'esperienza, anche recente, sul cammino fuori traccia mi suggerisce di non avventurarmi, tanto più che sono solo.

Non faccio in tempo ad abbandonare l'idea di visitare il lago che, all'improvviso, come se fossi passato attraverso una porta, mi ritrovo in un'ampia prateria completamente esposta alla luce del sole. Sono veramente a due passi dalla vetta del Monte Gottero, ancora un piccolo tratto in salita e sono sulla cima.
Lo chiamano "belvedere" a causa della vista che, dalla sua vetta, spazia a 360°.
 
 

 

Il Monte Gottero con i suoi 1639 metri è il monte più alto dell'Appennino spezzino. Vista dall'alto la prateria del Gottero assomiglia alla chierica di un frate. Dalla sua isolata vetta, sul quale spicca una croce di ferro installata in occasione dell'Anno Santo del 1933, si gode una vista che pochi monti possono vantare. Dal gruppo del Monte Maggiorasca alla Valle del Taro, dalla pianura parmense al crinale dell'Appennino Tosco-Emiliano, dalle Alpi Apuane alla costa toscana e spezzina, dall'Isola d'Elba alla Corsica. Per godere di tutto questo ben di Dio è necessaria solo una condizione: la giornata deve essere limpida, cosa che oggi - purtroppo - non è.
Comunque a me più che un belvedere sembra un fantastico "drive in" che il Gottero ci offre gratuitamente  per godere del fantastico spettacolo offerto dalla Natura.

In questa foto solo una parte del panorama offerto dal Gottero:
dalle Apuane a sinistra al gruppo del Maggiorasca


Poco più in basso, su una piccola radura, una coppia di giovani sta smontando la tenda. Avranno trascorso una romantica notte ad osservare le stelle e le migliaia e migliaia di luci proveniente dai paesi e dalle città che tempestano il territorio circostante la bella montagna.

Mi rilasso, scatto foto e mangio la solita noiosa barretta.
Sono immerso nel silenzio più assoluto fino a che non arrivavano i barbari! 
A prima vista il gruppo che è arrivato sembra avvezzo alla montagna  e alle sue regole, sono correttamente equipaggiati ed indossano begli zaini;  nella realtà scopro subito che - almeno per alcuni di loro - la regola di non starnazzare ad alta voce a destra e a manca non rientra tra queste regole. 

Ricondiziono velocemente lo zaino e lascio mestamente ed a gambe levate la vetta in direzione Foce dei Tre Confini. Il primo tratto del sentiero è in forte discesa e con il fondo alquanto sconnesso, poi tutto si regolarizza.

E' importante la Foce dei Tre Confini. Anticamente qui convergevano i confini della Repubblica di Genova (poi annessa dal Regno di Sardegna), del Granducato di Toscana e del Ducato di Parma e Piacenza. Oggi qui si incontrano tre Regioni: Liguria, Toscana ed Emilia Romagna. 
 
Foce dei Tre Confini
 
Foce dei Tre Confini
 
 
 Foce dei Tre Confini, antichi cippi confinari

 
 
 A sinistra per il Passo della Cappelletta

Il sentiero di sinistra è il mio sentiero. Bello nel tratto iniziale, in discesa, ampio. Poi inizia un tratto tormentato dove ampie scariche di sassi di varie dimensioni e numerosi rivoli di acqua freschissima attanagliano il sentiero. Sono ancora i segni di ciò che resta dell'antico ghiacciaio che diecimila anni fa copriva questo tratto di montagna. 
Non ho ancora del tutto superato questo difficile tratto di sentiero che mi viene incontro un signore che ha tutta l'aria di uno che sta facendo una passeggiata in centro città piuttosto che percorrere un sentiero di montagna. Mi chiede informazioni, vuole sapere se si trova sul sentiero giusto per la Foce dei Tre Confini e mi chiede quanto tempo manca, con precisione, alla foce. Gli sparo un numero assolutamente sbagliato e continuo il mio cammino. 

In ricordo di Annibale TAddei
In ricordo di
Annibale Taddei

Dopo qualche chilometro supero tranquillamente il crocevia che avevo incontrato salendo verso il Gottero e giungo di nuovo al Passo del Lupo. Non mi resta che salire sul Monte Bertola per andare a visitare la croce posta in memoria dell'aviatore Annibale Taddei, precipitato nel 1966 con il suo F-84F durante un volo addestrativo. Non so perché ma non riesco ad individuare i segni dell'Alta Via, per cui decido di proseguire "a vista". Fortunatamente non devo superare grandi difficoltà per cui in pochi minuti arrivo al piccolo monumento.

L'escursione ormai volge al termine, il Passo della Cappelletta è pochi passi più in basso, non mi resta che scendere sul sentiero e recuperare lo scooter.

Principali dati dell'escursione:
Quota massima: 1.634 m
Dislivello positivo accumulato: 653 m
Distanza percorsa: 12 km
Tempo totale: 5h 15'
Difficoltà: E
Scarica la traccia

L'escursione sul Monte Gottero è stata l'occasione per trascorrere una bellissima avventura in mezzo alla Natura. Escursione tranquilla, fresca, con viste panoramiche mozzafiato: insomma una escursione alla portata di tutti che consiglio veramente.
In questa giornata ho un solo grande rammarico: mentre salivo con lo scooter non aver visto la Locanda Ranch Camillo che si trova proprio all'incrocio tra la SP 553 e la strada che porta al Passo della Cappelletta. Sarebbe stata una degna conclusione di questa felice escursione.

Buona montagna a tutti!
Ciao sono Mauro Moscatelli di Piccoli Sentieri, benvenuto nel mio blog.
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