Appennino Ligure, Parco Nazionale delle 5 Terre
Il gruppo di "Piccoli Sentieri" continua imperterrito il suo cammino. La carovana di oggi abbandona la città di La Spezia e le sue coste per impegnare gli scarponi su un panoramico tratto delle 5 Terre. In questa escursione avremo modo di ammirare i famosi muretti a secco e i tipici terrazzamenti liguri, visiteremo antichi insediamenti e ci perderemo nelle meravigliose sfumature blu di un mare cristallino. Buona lettura!
Data escursione: 27/02/2022
Punto di partenza e arrivo escursione: Biassa (SP)
Punto di partenza e arrivo escursione: Biassa (SP)
Grafico delle quote e delle velocità |
L'escursione da Google Earth |
(tutte le immagini possono essere ingrandite cliccando sulla
miniatura)
Itinerario: riunito il gruppo alle 09:30, come da programma, siamo partiti alla volta della Sella Gesuela, prima tappa dell'odierna escursione. Chi frequenta questo blog non troverà grosse novità circa i sentieri che affronteremo quest'oggi in quanto sono tracciati che ho percorso e descritto più volte, ma per i mei amici è la prima volta, per cui mi aspetto commenti positivi almeno per la bellezza dei luoghi che visiteranno.
Lasciato quindi il piccolo parcheggio di Via delle Polle, iniziamo la
nostra avventura sul sentiero dell'Alta Via del Golfo (AVG).
Superate le case della periferia del borgo ed un vecchio lavatoio iniziamo ad
addentrarci nel bosco per circa un chilometro prima di attaccare la salita
vera e propria che ci porterà dritti dritti alla Sella Gesuela. Tira una forte
brezza di tramontana e la temperatura è bassa. Il sentiero rispetto
all'escursione di gennaio, "il sacro il profano e antiche nobiltà" è notevolmente più asciutto e questa volta non c'è alcun rischio di
scivolare rovinosamente a terra.
In salita sull'AVG |
La salita verso la sella ci impegna con un 22% di dislivello da superare,
sentenzierà il gps. Si chiacchiera poco, il freddo si fa ancora sentire ma il
sudore inizia a bagnare le nostre magliette. Arrivati finalmente alla sella
neanche il tempo di riprendere fiato e subito impegniamo una traccia che ci
condurrà direttamente alla sovrastante
Alta Via delle 5 Terre (AV5T).
Si tratta di superare poco più di 120 metri di terreno, ma con una pendenza
che sfiora il 30%. Il sentiero non è marcato, seguiamo la tenue traccia
orientandoci con alcuni appostamenti di cacciatori. Improvvisamente non fa più
freddo, le gambe devono spingere forte; probabilmente i miei amici si staranno
chiedendo dove li sto portando e se non è il caso di tornare su sentieri più
sicuri.
Fortunatamente per me l'Alta Via compare alla nostra vista tranquillizzando tutti. Rinfrancati riprendiamo fiato velocemente e finalmente le chiacchiere volano libere mentre ci dirigiamo con passo tranquillo verso la piccola Chiesa di Sant'Antonio dove arriviamo in appena 15 minuti di cammino. Questo tratto dell'Alta Via in realtà è una larga carreggiabile a fondo naturale, fortunatamente chiusa al traffico dei non autorizzati. Incrociamo diversi gruppi di escursionisti, di tutte le età, intenti anche loro a godersi questa splendida giornata di sole immersi nella natura.
Piccola sosta per un caffè e poi via verso il Colle del Telegrafo, che
raggiungiamo dopo un chilometro di cammino.
Il Colle del Telegrafo coincide con l'abbandono dell'AV5T per il
Sentiero Verde Azzurro (SVA Telegrafo-Montenero-Riomaggiore, ex sentiero nr. 3) che scende a
sinistra, proprio di fianco ad una piccola pensilina verde posta vicino
all'ingresso del ristorante-bar Colle del Telegrafo. Bastano pochi metri di
cammino sullo SVA per entrare in paradiso. Complice un cielo terso e i caldi
raggi di sole che ora ci arrivano addosso diretti, lo spettacolo delle 5 Terre
si apre davanti a noi. Lontane ma perfettamente visibili ecco a Sud le isole
Gorgona e Capraia, mentre ad Ovest si stagliano sull'acqua le
coste della Corsica e più verso nord le lontanissime coste di
Ventimiglia. E vogliamo parlare poi della perfezione del duro lavoro
dell'uomo? Muri a secco costruiti ad arte che formano terrazze dove i vigneti
occupano tutto lo spazio disponibile; e poi il mare, immenso e spettacolare,
che si infrange sulla costa a picco. Ed in lontananza, ben visibile, la torre
campanaria del Santuario di Nostra Signora di Montenero, prossima nostra tappa.
Al centro della foto il piccolo punto bianco del Santuario della Madonna di Montenero |
Muri a secco, terrazze e vigneti |
In lontananza le isole più settentrionali dell'Arcipelago Toscano |
Il Sentiero Verde Azzurro |
La piccola Chiesa di San Bernardo, le poche case in sasso e le
terrazze dell'azienda agricola "Stella di Lemmen" sopravvivono al trascorrere
del tempo in questo piccolo angolo di pace e di silenzio.
La prima icona venerata al santuario fu, secondo la tradizione, di origine bizantina (Madonna di San Luca) che, per proteggerla dalla furia conquistatrice dei Longobardi, fu sotterrata in un luogo segreto e ritrovata in seguito. L'icona, tuttavia, andò perduta nel corso del XV secolo e fu sostituita con un'immagine raffigurante l'assunzione di Maria con gli apostoli; il quadretto, restaurato nel 1947, viene portato in processione il lunedì di Pentecoste. L'affresco all'interno del santuario è databile al XVIII secolo ed è opera del pittore Battaglia di Castelnuovo Magra. (da Wikipedia)
Antica vasca scavata in un blocco di arenaria |
La piccola Chiesa di San Bernardo |
Lasciamo il silenzio di Lemmen per continuare il nostro cammino in direzione
della Madonna di Montenero.
Superiamo un tratto di costa che evidentemente è stato da poco recuperato
dall'abbandono. Il gioco di luci ed ombre ci da modo di
apprezzare l'operosità necessaria per la realizzazione dei tipici terrazzamenti liguri.
I tipici terrazzamenti liguri |
Santuario di Nostra Signora di Montenero
Anche se le prime notizie documentate della Chiesa della Madonna di Montenero risalgono a documenti del 1335, fonti popolari attestano la presenza di un primitivo luogo di culto già dall'VIII secolo, edificato dagli abitanti di Riomaggiore dopo una visione mariana nel 790 alla giovane Maria del Paladino.
Il sito, soprattutto nel 1740 e ancora nel 1847, subì profonde ristrutturazioni ed ampliamenti che ne modificarono la primaria struttura; attualmente si presenta con una divisione a tre navate.La prima icona venerata al santuario fu, secondo la tradizione, di origine bizantina (Madonna di San Luca) che, per proteggerla dalla furia conquistatrice dei Longobardi, fu sotterrata in un luogo segreto e ritrovata in seguito. L'icona, tuttavia, andò perduta nel corso del XV secolo e fu sostituita con un'immagine raffigurante l'assunzione di Maria con gli apostoli; il quadretto, restaurato nel 1947, viene portato in processione il lunedì di Pentecoste. L'affresco all'interno del santuario è databile al XVIII secolo ed è opera del pittore Battaglia di Castelnuovo Magra. (da Wikipedia)
Il Santuario di Nostra Signora di Montenero |
Scoglio Ferale, Isola Palmaria, Tino e Tinetto |
In primo piano Riomaggiore, sullo sfondo Punta Mesco e l'ampia insenatura di Monterosso al Mare |
Si è fatta l'ora di ripartire, ci aspetta una bella salita per raggiungere il forte del Bramapane. Ripercorriamo all'indietro lo SVA per circa 400 metri fino all'incrocio con il sentiero che ci collegherà con il 530 poche decine di metri più avanti.
Il 530 o Strada dei Santuari mette in collegamento il Telegrafo con Volastra e, almeno nel tratto da noi percorso, è costituito da una stretta strada asfaltata. La percorriamo in bella salita per circa 800 metri fino ad individuare, sulla sinistra l'ampio sentiero del 530C. Ed è a questo punto che svelo la piccola sorpresa che ho riservato ai miei amici.
La scala santa
Sulla Strada dei Santuari |
All'incrocio con 530C |
In cammino verso la scala santa |
Poco più di 350 metri di cammino e ce la troviamo di fronte, ripida, con scalini alti e sconnessi. Ingraniamo le ridotte e partiamo all'assalto. Nessuno parla, nel silenzio assoluto si sente solo il rumore della respirazione affannosa. Fortunatamente la scala santa si inerpica sul fianco del monte per soli 75 metri per poi diventare improvvisamente un erto sentiero di montagna. E' comunque faticoso ed occorre un discreto allenamento per superare il 58% di pendenza media che la scala ti mette di fronte. Comunque sia il sentiero 530C termina proprio di fronte al Bivio Bramapane. Ci fermiamo giusto un attimo per poi proseguire spediti in direzione del forte Bramapane. Il forte era una possente struttura costruita durante la seconda metà del 1800 e faceva parte della imponente cintura difensiva della importante piazza marittima di La Spezia. Durante la Prima Guerra Mondiale il forte era stato dotato di obici da 280 mm, mentre nella seconda furono montati i più piccoli cannoni Ansaldo da 102 mm impiegati principalmente con funzioni contraeree. Abbandonato alla fine della guerra anche a causa delle clausole armistiziali, oggi il vecchio combattente sta perdendo la sua ultima battaglia. Completamente circondato dalle preponderanti forze della Natura, le sue principali strutture stanno praticamente scomparendo completamente inghiottite da alberi e vegetazione di tutti i tipi. In fin dei conti la Natura si sta riprendendo ciò che nel 1800 gli era stato preso, dimostrando ancora una volta che nella battaglia contro l'uomo quest'ultimo, fortunatamente, è il perdente.
Verso la fine della scala santa |
Verso la fine della scala santa |
Quel che resta del corridoio di ingresso del forte Bramapane |
L'ultima battaglia |
All'interno del forte ci siamo concessi mezz'ora per consumare il pranzo al sacco. Malgrado il sole faceva freddo per cui abbiamo deciso di non fermarci troppo a lungo. Siamo ormai quasi alla fine dell'escursione, da qui in poi sarà tutto in discesa. Riprendiamo il cammino sull'AV5T in direzione del Colle del Telegrafo dove giungiamo dopo mezz'ora di tranquillo cammino. Sotto di noi la Chiesa della Madonna di Montenero ci ricorda il cammino fin qui fatto.
Nostra Signora di Montenero |
Alta Via delle 5 Terre |
Gli Amici di "Piccoli Sentieri" |
Colle de Telegrafo, importante crocevia di sentieri |
Ed eccoci sul 537, il sentiero che infine ci riporterà al punto di partenza, ovvero alla fine dell'escursione. Il segnavia all'inizio del sentiero recita che il 537 è un sentiero storico e che anticamente consentiva il collegamento tra Biassa e Monterosso.
Il sentiero da qualche anno è stato completamente recuperato ed ora è perfettamente fruibile; a tratti scabroso scende con una pendenza media del 27%. Noi lo percorriamo in venti minuti di cammino rilassato.
Principali dati dell'escursione:
Quota massima: 668 m
Dislivello positivo accumulato: 703 m
Distanza percorsa: 13 km
Tempo totale: 5h 15'
Difficoltà: E
Scarica la traccia
Quota massima: 668 m
Dislivello positivo accumulato: 703 m
Distanza percorsa: 13 km
Tempo totale: 5h 15'
Difficoltà: E
Scarica la traccia
Se volete trascorrere una tranquilla giornata immersi nella natura e nella bellezza, questa è l'escursione che fa per voi. La potete ovviamente modificare per attagliarla alle vostre esigenze, ma il consiglio rimane. Il tratto più bello è sicuramente quello che va dal Colle del Telegrafo alla Madonna di Montenero. A rendere unico questo particolare tratto delle 5 Terre è la perfetta simbiosi tra il blu del mare e il maniacale ordine dei terrazzamenti. Qualche ora trascorsa in mezzo a tutta questa bellezza vale senz'altro qualche goccia di sudore.
Buona montagna a tutti!
Ciao sono Mauro Moscatelli di Piccoli Sentieri,
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