Piccoli Sentieri

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martedì 9 giugno 2020

Madrignano, una escursione per ripartire

Appennino Ligure, Alta Via dei Monti Liguri, Passo Alpicella.

La pausa è stata lunga, ripartire non è facile. E' come risalire a bordo della tua vecchia auto ferma da mesi e trovare le gomme sgonfie, la batteria scarica ed il serbatoio della benzina vuoto.
Ho scelto questo cammino perché sulla carta non presentava particolari difficoltà tecniche, così come il dislivello da affrontare non appariva impossibile da superare. 

E così è stato. 



Data escursione: 02/06/2020
Trasferimento: da La Spezia lungo la SP 13 fino a località Sant'Andrea, quindi sulla strada provinciale fino a destinazione.
Tempo di percorrenza: da La Spezia circa 35' per una distanza di circa 21 Km.
Punto di partenza e arrivo escursione: Madrignano (SP)
Punti di appoggio: rifugio Baita della Luna (chiuso al momento del mio passaggio) e agriturismo Il Nido del Falco presso il Passo Alpicella.


Tracciato dell'escursione

Grafico delle quote e delle distanze

L'escursione su Google Earth

(tutte le immagini possono essere ingrandite cliccando sulla miniatura)

Itinerario: l'escursione prende il via dal borgo di Madrignano, piccola frazione del comune Di Calice al Cornoviglio. L'individuazione dell'attacco del sentiero mi ha messo in difficoltà a causa di segnali vecchi e quasi del tutto illeggibili, i quali non forniscono indicazioni chiare. Infatti anziché imboccare la stradina che sale verso l'abitazione posta sopra la fermata dell'autobus, che giudico strada privata e non l'attacco del 171, mi avvio lungo la provinciale giusto il tempo di capire di aver commesso un errore di valutazione.

Il 171 inizia con la piccola via che sale dalla strada provinciale (immagine da Street View)


Trovato finalmente il sentiero, neanche il tempo di scaldare i motori che subito devo affrontare la salita che mi porterà a raggiungere l'Alta Via dei Monti  Liguri (AVML). Affronto il pendio con calma. Il sudore comincia subito a scorrere copioso, il respiro si affanna il giusto, i battiti cardiaci salgono per stabilizzarsi ad un ritmo di "crociera". 

Il sentiero CAI 171
Il sentiero CAI 171

Il primo chilometro del sentiero CAI 171 sembra un piccolo fortino che si difende strenuamente dall'attacco dei nemici i quali, con forze preponderanti, lo circondano sui lati tentando in tutti i modi di sopraffarlo. E' la natura che svolge il suo lavoro, che si riprende tutti gli spazi che l'uomo gli ha strappato. Il mio abbigliamento è poco adeguato alla situazione e a farne le spese sono le braccia a cui i rovi, piante carnivore, strappano piccoli brandelli di pelle. Questa condizione perdurerà per tutto il tratto in salita di un sentiero altrimenti bello da percorrere. 
Poco male perché il contraltare che rende piacevole la camminata è la vivacità con cui gli animali del bosco manifestano la loro presenza. E' tutto un vociare di richiami, di cinguettii, di profumi che valgono senz'altro la fatica della salita e qualche graffio sulla pelle.
Il sentiero si snoda al riparo di un folto bosco di castagni e pini, lasciando pochissimo spazio a viste panoramiche. Sarà così per tutta l'escursione.
La Val di Vara
La Val di Vara

Le spettacolari Alpi Apuane
La spettacolare cornice delle Alpi Apuane

Superato i due chilometri di cammino la situazione "rovi" migliora nettamente. Il sentiero si allarga e le piante carnivore si allontanano, forse perché ora la traccia è utilizzata anche da ciclisti e motociclisti che indubbiamente frequentano questi luoghi, viste le evidenti tracce lasciate sul terreno dalle gomme tassellate dai loro mostri di ferro. 
E' finita anche la salita. Sulla mia sinistra, poco più in alto, si trova la vetta del Monte Falò (709 m di quota slm) mentre il 171, con andamento pressoché pianeggiante, è diventato una bella mulattiera che continua ad incunearsi nel bosco in direzione nord fiancheggiando il Monte Ciliegia (757 m di quota).
Intano io cammino tranquillo, assorto come sono nei miei pensieri. 
Dopo aver Superato beatamente un crocevia mi ritrovo davanti ad un piccolo pascolo recintato, dove un cavallo e due asinelli corrono subito a salutarmi.



Contraccambio volentieri i saluti e proseguo per il mio bel sentiero che, qualche centinaio di metri dopo, finalmente inizia decisamente a scendere. Mentre mi avvio lungo la discesa, improvvisamente e senza apparente motivo, sento di dover controllare la carta (elettronica, caricata sul cellulare). L'istinto ha avuto ragione: mi trovo fuori rotta di circa 500 metri; il crocevia che avevo bellamente superato poc'anzi aveva dunque la sua importanza.

Indicazioni per il Passo Alpicella
Chissà per quale motivo non ho seguito le indicazioni

Ritornato sui miei passi e ripresa la retta via supero velocemente una breve salita, quindi affronto una lunga discesa che mi condurrà alla Baita della Luna, un rifugio escursionistico di proprietà dell'Associazione Nazionale Alpini. Il rifugio, completamente immerso nel bosco, è un edificio in muratura su due piani; ancorché venga segnalato come rifugio custodito, la Baita della Luna è chiusa, forse solo a causa della recente pandemia, anche se ho la sensazione che sia ormai abbandonato da diverso tempo.

Rifugio Baita della Luna
La Baita della Luna

Rifugio escursionistico Baita della Luna
Rifugio Baita della Luna, proprietà ANA



Questo mio pensiero è confortato dall'accenno di degrado in cui versa l'area. Plastica e rifiuti sparsi un po' ovunque intorno alla costruzione contribuiscono ad amplificare quel senso di abbandono che mi ha colpito, un vero peccato per un luogo così bello.

Dopo una sosta di 10 minuti per consumare il mio solito lauto pasto (due misere barrette) riprendo la discesa: prossimo punto tappa il Passo Alpicella. Compagno di viaggio il solito festoso vociare degli uccelli del bosco al quale si aggiunge il ritmico e potente tambureggiare di un Picchio, evidentemente intento a costruire la propria tana.
Il Passo Alpicella (710 m di quota slm) fa parte della tappa 41 dell'AVML, Passo Alpicella - Valico dei Casoni. L'Alta Via dei Monti Liguri è un itinerario escursionistico di lunga percorrenza che attraversa tutto l'arco montuoso, da Ventimiglia (IM) a Ceparana (SP) seguendo lo spartiacque principale che separa il versante tirrenico da quello padano, unendo le Alpi Liguri con l'estremità orientale dell'Appenino Ligure

Itinerario Alta Via dei Monti Liguri
Alta Via dei Monti Liguri


Il percorso si sviluppa per 430 Km ed è suddiviso in 43 tappe, ciascuna delle quali può essere facilmente percorsa in giornata. L'itinerario è ideale per conoscere l'entroterra e la montagna ligure, attraverso territori di notevole pregio naturalistico e storico-architettonico, con panorami che, nelle giornate più terse, offrono spettacolari vedute sulla costa e il mare, sulla Pianura Padana, sugli Appennini e sulle Alpi. L'AVML si integra con importanti itinerari nazionali ed internazionali: la Grande Traversata della Alpi (GTA), la Grande Escursione Appenninica (GEA), il Sentiero Europeo E1, che da Flensburg, in Germania arriva a Castelluccio di Norcia (PG), il Sentiero Europeo E7, che dal Portogallo porta in Romania (informazioni tratte dalla cartellonistica presente sul passo).

Agriturismo Il Nido del Falco
L'agriturismo Il Nido del Falco posto proprio sul Passo Alpicella


Mi lascio il Passo alle spalle e mi incammino verso il mio prossimo punto tappa: l'abitato di Nasso.
Muovo ora i miei passi sul sentiero 173 che in realtà, almeno nel tratto di questa lunga e tortuosa discesa, è una strada asfaltata. Alla mia destra si apre un bel panorama sul crinale del Monte Cornoviglio (1162 m di quota slm) e sui lontani borghi di Santa Maria, Molunghi e Villagrossa

Gli abitati di Santa Maria, Molunghi e Villagrossa. Sullo sfondo a dx il Monte Cornoviglio
Gli abitati di Santa Maria, Molunghi e Villagrossa. Sullo sfondo a dx il Monte Cornoviglio

La discesa verso Nasso è facile e veloce, noiosa perché a me non piace camminare sull'asfalto.
Dalle case di Nasso si gode un eccezionale vista sul capoluogo di comune Calice al Cornoviglio  dove spicca imponente il castello DORIA-MALASPINA

Il castello, che oggi ospita quattro musei ed una piccola foresteria (Museo dell'Apicoltura, la Pinacoteca David Beghè, il Piccolo Museo Pietro Rosa ed il Centro di Educazione Ambientale), nella struttura attuale risale al XVII secolo. Le origini del castello non sono però note, ma è citato in atti risalenti al 1077. Fu probabilmente un presidio obertengo (dinastia franca che prende il via da Oberto I). Ne furono comproprietari il Vescovo di Luni, i marchesi Malaspina e gli Estensi. 

Calice al Cornoviglio
Calice al Cornoviglio

Il castello Doria-Malaspina
Il castello Doria-Malaspina

Vista su Calice al Cornoviglio
Calice al Cornoviglio

 
Da Nasso, finalmente, si torna a calcare veri sentieri, il 172 per la precisione. I chilometri sulle gambe poco allenate cominciano a farsi sentire. Fortunatamente il 172 offre un percorso praticamente pianeggiante snodando il proprio tracciato, in quota, sui fianchi ovest dei Monti Ciliegia e Falò. 
E' particolare il 172, inondato dal sole ed immerso in un incredibile silenzio. Infatti, per un motivo che non mi so spiegare, nell'aria non si sente neanche un cinguettio, silenzio assoluto. In compenso però, quella stessa aria così silenziosa è inondata da un delicato ed intenso profumo di ginestre, che su questo sentiero abbonda in quantità.

Sentiero 172

E non mancano anche le sorprese. Mentre cammino spensierato la mia attenzione viene catturata all'improvviso da un essere vivente disteso a prendere il sole, nel bel mezzo del sentiero: un Colubro lacertino

Un Colubro lacertino

Colubro lacertino

Della famiglia dei Colubri, serpenti totalmente innocui, il Lacertino oltre ad essere molto diffuso in Liguria è anche l'unico membro della specie ad essere velenoso. Il suo veleno però risulta assai più blando e poco potente rispetto a quello della Vipera tanto da costringere questo Colubro a finire le proprie prede stritolandole perché l’effetto del veleno non è sufficiente per farle morire. Io, ovviamente, non lo disturbo ma devo proseguire il mio cammino... cosa che lui mostra di non gradire assumendo la posizione di attacco.

L'escursione volge ormai al termine, giusto il tempo di assaporare qualche dolcissima ciliegia selvatica ed eccomi di ritorno a Madrignano dove decido di concludere il mio viaggio visitando il borgo ed il suo antico castello.

Centro del piccolo borgo è senz'altro l'Oratorio di Sant'Antonio Abate dipendente dalla parrocchia dei Santi Margherita e Nicolò. L'Oratorio fu costruito nel XV secolo, ed era la sede dell'omonima confraternita; interdetto nel 1875 perché in cattivo stato, fu restaurato e ribenedetto nel 1880.
Dalla piazzetta antistante l'Oratorio le case si allungano su un piccolo promontorio ospitando i 26 abitanti fissi del paese (fonte Italia in dettaglio). Un vero luogo di pace e serenità.

 
 
 
 






Il castello Malaspina fu edificato con molta probabilità durante la dominazione degli Estensi o dei conti-vescovi di Luni. E' stato utilizzato quale edificio difensivo grazie alla sua posizione sopraelevata che gli consente di dominare la sottostante valle del fiume Vara. Nel 1980 quel che restava dell'antico castello è stato fatto oggetto di interventi di recupero e consolidamento, lavori che, come spesso accade, non hanno visto il completamento. Ulteriori lavori sono stati intrapresi nel 2016 per cui oggi è possibile visitare alcuni ambienti. Dallo sbalzo realizzato durante i lavori di restauro si gode una vista mozzafiato sul fiume Vara e su tutta l'omonima valle, con le Alpi Apuane a fare da sfondo.

Castello Malaspina di Madrignano
Il castello Malaspina

 
Il castello Malaspina di Madrignano
 
Il castello Malaspina di Madrignano

Il castello Malaspina di Madrignano


Vista sulla Val di Vara
La Val di Vara



Principali dati dell'escursione:
Quota massima: 813 m
Dislivello positivo accumulato: 580 m
Distanza percorsa: 14.5 km
Tempo totale: 4h 53'
Difficoltà: E
Scarica la traccia 

 Ancorché questa escursione non conceda grandi spazi alle viste panoramiche che normalmente sono appannaggio dei sentieri alle quote più elevate, l'anello con partenza da Madrignano è un'ottima occasione per conoscere una parte dell'antico territorio della lunigiana carico di storia e di tradizioni.

Devo qui ringraziare Wikiloc ed in particolare dakar1977 che ha condiviso la sua escursione permettendomi così di scoprire una parte del territorio dell'entroterra spezzino.
Wikiloc, per i pochi escursionisti che non lo conoscono, è uno spazio dove è possibile condividere le proprie esperienze di cammino con altri utenti, che ad oggi sono oltre sedici milioni. Io mi sono iscritto nel 2013 ed utilizzo spesso questa piattaforma per scoprire nuovi itinerari; se vuoi puoi trovarmi su Wikiloc con il nome di Moscone.
 
Buona montagna a tutti!
Ciao sono Mauro Moscatelli di Piccoli Sentieri, benvenuto nel mio blog.
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4 commenti:

Umberto Cocco ha detto...

Bellissima escursione, a volte dietro l'angolo di casa ci sono paesaggi meravigliosi. Buon Cammino Fratello Umberto

Mauro ha detto...

Caro Umberto è proprio così, peccato che l'ho capito un po' tardi. Un abbraccio Fratello

Unknown ha detto...

Ho letto con interesse e attenzione il bellissimo percorso

Mauro ha detto...

Grazie

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