3 ORE
3 ore per riassaporare il vento sulla faccia,
3 ore per riascoltare il brusio del bosco e il rumore dei miei passi sulle foglie,
3 ore per risentir scorrere il sudore sulla fronte.
La sosta, lunghissima, è iniziata due anni fa' con una infiammazione all'inguine che quasi mi impediva di sollevare la gamba. Poi è arrivato il virus che, oltre alla morte, ci ha fatto conoscere un termine nuovo: lockdown.
Oggi, in una fredda giornata invernale, ho voluto riassaporare il piacere del cammino.
Sotto un cielo completamente nascosto da una fitta ed omogenea coltre di nuvole, ho mosso i mie passi su sentieri che ben conosco.
Mi sono guardato intorno, ho visto le Alpi Apuane ammantate da una candida coperta di neve, ho visto il mare del Golfo dei Poeti di uno strano e scialbo color latte e menta, ho visto la natura sulle difensive combattere per la sopravvivenza; ho visto la terra zuppa d'acqua, segno che la vita presto risorgerà rigogliosa.
Sospinto da un forte vento proveniente da fredde terre lontane, via via che mi addentravo lungo i sentieri, una folla di pensieri scorrazzavano veloci nella mente, mentre nuovi dolori su altre parti del corpo si aggiungevano ai vecchi.
Mi sono ricordato dell'estate del 2013 quando, stanco di trascorrere le giornate buttato su un divano, ho infilato gli scarponi ed ho affrontato la mia prima salita da escursionista. Pesavo, all'epoca, molto abbondantemente sopra i cento chili. Ricordo di essere arrivato in cima al momento Muzzerone (poco più di una collina) mezzo morto ma comunque molto soddisfatto.
Oggi a distanza di tanti anni da quel giorno, non è cambiata la fatica per salire, non è cambiato la soddisfazione di essere arrivato in cima ed il piacere di una bella camminata. Quello che è cambiato è la mia stazza, che è aumentata, e i segni del tempo che 10 anni fa' non si erano ancora manifestati.
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