Parco Nazionale dell'Appennino Tosco-Emiliano, escursione alla Cascata del Lavacchiello, Prati di Sara, Costa delle Veline
L'escursione di oggi porta i nostri scarponi nell'Appennino tosco-emiliano, sugli impegnativi sentieri che conducono alla cascata del Lavacchiello, un fantastico salto d'acqua che ipnotizza per la sua bellezza. E poi ancora in salita fino ai Prati di Sara e attraverso la Costa delle Veline ai piedi del Monte Cusna, per una bellissima giornata all'insegna del buon cammino e della bella natura.
Trasferimento: Da La Spezia alla diga dell'Ozola nei pressi di Ligonchio, frazione del comune di Ventasso (RE), sulla SS663 attraverso Aulla, Fivizzano, Passo del Cerreto, Collagna, quindi lungo la SP91 in direzione di Vaglie. L'ingresso alla strada che conduce alla diga dell'Ozola non è segnalata.
Superato il campo sportivo e la stazione di rifornimento che si trovano nella periferia del paese, si giunge alle prime abitazioni. Proprio in prossimità di queste abitazioni bisogna fare attenzione, sulla destra in una posizione non molto facile da individuare, ad un incrocio senza alcuna indicazione dove si trova la strada di interesse.
Tempo di percorrenza: da La Spezia circa 1h 55' per una distanza di circa 84 Km.
Punto di partenza e arrivo escursione: Lago Prese Alte
Punti di appoggio: Non sono presenti rifugi o bivacchi lungo il percorso. In coordinate 612.761 4.901.924 Metri, a circa 400 metri di distanza dal Passo di Lama Lite, è presente il rifugio gestito Cesare Battisti, telefono 0522877497-3381000850-3318135000.
Tracciato dell'Escursione |
Grafico delle quote e delle velocità |
Il percorso su Google Hearth |
Relive 'Morning Jun 23rd'
(tutte le immagini possono essere ingrandite cliccando sulla miniatura)
Itinerario: la nostra escursione inizia dalla diga idroelettrica che prende il nome dal torrente Ozola e che forma il lago artificiale Prese Alte. L'ingresso del sentiero 635, quello che ci condurrà alle Cascate del Lavacchiello, si trova proprio nei pressi dell'edificio di proprietà dell'Enel. Individuato finalmente sulla destra l'inizio del sentiero iniziamo la discesa verso il letto del torrente. Il fondo del sentiero è sofferto, accidentato, evidentemente scavato dalla furia dell'acqua piovana. La discesa è suggestiva, mano a mano che si perde quota si ha la sensazione di scendere verso la bocca dell'inferno tanto le pareti sono ripide e minacciose. Vista dal sentiero, la gola dentro la quale stiamo scendendo sembra l'unghiata di una enorme e poderosa bestia che ha squarciato letteralmente in due la terra provocando una profonda ferita. Superiamo con attenzione il letto del torrente ed ecco che si rivela di fronte a noi una ripida salita, che a tratti risulta anche abbastanza esposta, tanto che un bel cavo di acciaio ancorato alla roccia è stato messo lì, pronto in caso di bisogno. Iniziamo a salire, lentamente, posando con attenzione gli scarponi sulla lingua di sentiero intagliato nella roccia. Questo però non ci impedisce di sollevare la testa di tanto in tanto. Abbiamo modo così di vedere, in lontananza, un piccola cascata emergere dal folto bosco di faggi, quasi a testimonianza di quanto la zona sia ricca di piccoli corsi d'acqua. La giornata inizia bene.
Da sn.: Lago Prese Alte - diga idroelettrica dell'Ozola - sentiero lastricato che conduce all'edificio di controllo della diga |
Superato il tratto più scabroso dell'intera escursione, continuiamo a salire immergendoci in una bellissima faggeta. Circa mezz'ora di cammino e, quasi all'improvviso, ecco apparire la cascata. Abbondante, fragorosa, fresca l'acqua del Fosso Lama Cavalli scende con un salto di diversi metri sopra le rocce che ha modellato come un esperto scultore nel corso dei secoli. In quella piccola conca l'aria è piacevolmente frizzantina, in netto contrasto con l'asfissiante calura che caratterizzerà l'intera giornata. La cascata è bellissima, il rumore dell'acqua che si infrange sulla roccia, a ben pensarci, è musica, la musica della vita.
La cascata del Lavacchiello |
Abbandoniamo a malincuore la cascata per proseguire il nostro viaggio. Torniamo indietro di qualche passo e proprio nel punto dove le acque del Fosso Lama Cavalli si incontra con il Canale del Lavacchiello cerchiamo con attenzione, sulla destra orografica, i segnali del CAI che non sono immediatamente visibili. Finalmente riusciamo ad individuarli, superiamo il Canale del Lavacchiello, ed eccoci dirigerci in direzione dei Prati di Sara. La salita è lunga ed impegnativa, il sentiero si snoda con una teoria di tornanti all'interno di una folta faggeta. Stiamo salendo all'ombra del bosco quando ad un tratto, su un piccolo promontorio, ecco la luce. In lontananza l'abitato di Ligonchio con il suo lago artificiale e, sulla nostra sinistra in direzione sud, la vetta del Monte Cusna con i suoi 2120 metri di altezza.
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Il sentiero continua a salire. Ad ogni tornante si ha l'impressione di aver domato l'ostile pendenza. Ma è solo un'illusione, come solo un'illusione è il breve tratto pianeggiante, appena 200 metri di sentiero, che ci consente di riprendere un po' di fiato. Ma ormai manca poco, ancora 300 metri di dura salita e finalmente ci ritroviamo in campo aperto. I Prati di Sara, un pianoro erboso a 1.610 metri di quota, in questa stagione si offre al nostro sguardo completamente ricoperto delle fioriture di genziane, orchidee e garofani selvatici.
Il variopinto e profumatissimo giardino dei Prati di Sara a circa 1.610 metri di quota |
Verrebbe voglia di stendersi sul prato e godersi un bel bagno di sole, ma i nostri scarponi reclamano sentieri per cui, dopo aver recuperato la respirazione eccoci sul sentiero 635A, in direzione della Costa delle Veline. Ci ritroviamo ancora per un breve tratto nel bosco, dove abbiamo la fortuna di incrociare dei faggi secolari, un vero spettacolo della natura.
Superiamo il Canale del Lavacchiello e dopo una bella salita ci concediamo una breve sosta ristoratrice dove il 635A si incrocia con il sentiero 623. Di fronte a noi il Cusna si offre in tutta la sua bellezza. Non è proprio possibile tenere la macchina fotografica chiusa nello zaino.
Il sentiero 623 che taglia in diagonale il fianco della montagna al limitare del bosco |
Ci incamminiamo sul 623 |
Di nuovo in discesa per superare di gran carriera il Fosso Lama Cavalli, si proprio lui - quello che alimenta la cascata che, incredibilmente, a questa quota è poco più di un rivolo d'acqua - e dirigiamo di buon passo sul punto dove il sentiero 623 incontra il 627, luogo dove abbiamo deciso di prenderci una pausa.
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Mentre i miei compagni di viaggio si godono un po' di sole, io passo il tempo a fotografare i miei soggetti preferiti: i fiori.
E' tempo di rimetterci in marcia. La pianificazione dell'escursione prevede di continuare sul sentiero 623 in direzione della Costa delle Veline dove poi tagliare seguendo tracce di animali per entrare in un bosco che in passato ha regalato gustosi condimenti per risotti.
In cammino verso la Costa delle Veline. Sullo sfondo il Monte Prado |
Questa volta però non siamo stati fortunati e il nostro risotto ai funghi porcini deve attendere tempi migliori. A sorprenderci invece è un bel capriolo che spaventato dal nostro arrivo è balzato via come un fulmine nascondendosi nel folto del bosco.
Ormai la nostra escursione volge al termine. Transitiamo velocemente nei pressi di una costruzione della Guardia Forestale, dove vengono allevati caprioli che vengono poi rilasciati in natura e dove uno stormo infinito di zanzare banchetta a lungo con i nostri corpi sudati.
La carrozzabile sterrata (sentiero 629) che collega il Rifugio Battisti con il lago Presa Alta accoglie finalmente le nostre suole, in una lunga discesa, dove alla fine del viaggio ci attende la nostra automobile.
Principali dati dell'escursione:
Quota massima: 1.799 m
Dislivello positivo accumulato: 770 m
Distanza percorsa: 13.3 km
Tempo totale: 6h 10'
Difficoltà: EE
L'escursione alla Cascata del Lavacchiello e ai Prati di Sara ci ha regalato una bellissima giornata immersi nella natura. La cascata, bellissima, merita veramente una visita. A parte il tratto iniziale del sentiero 635, che deve essere affrontato con cautela e che merita la difficoltà EE, tutto il resto dei sentieri utilizzati sono di facile percorribilità, anche se la salita ai Prati di Sara è impegnativa dal punto di vista fisico. Altro punto a favore di questa escursione è la presenza dell'acqua: non ne rimarrete mai senza.
Buona montagna a tutti!
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