UNA BREVE ESCURSIONE SUL MONTE BOCCO
Avevo bisogno di una giornata di svago, avevo bisogno di indossare gli scarponi ai piedi e lo zaino sulle spalle. Avevo bisogno di rivedere i profili delle montagne e di risentire il sudore sulla fronte. Avevo bisogno di camminare su un sentiero e di affrontare una salita. Avevo bisogno di verificare se 4 mesi di stop assoluto fossero stati sufficienti per superare i problemi fisici.
Quella di oggi è una giornata nuvolosa, a tratti anche ventosa, con temperature prossime allo zero ma con una visibilità che, più in alto, ci avrebbe regalato dei panorami indimenticabili. Era da quattro mesi che non provavo il piacere di immergermi nella natura ed ora, finalmente, eccomi pronto a godere di tutta la bellezza che questo nostro mondo ha da offrire.
Saliamo tranquilli, chiacchierando del più e del meno, non abbiamo fretta. Forse a causa della strana luce che filtra dalle nuvole, la montagna innaturalmente spoglia ci appare quasi stanca. Saliamo seguendo il tracciato delle piste, poi, giunti sotto il Monte Uomo Morto, ci incamminiamo lungo un sentiero che però abbandoniamo frequentemente per evitare le macchie di neve ghiacciata che ci sbarrano la via.
Eravamo partiti pensando di salire sul Monte Uomo Morto per poi superare il breve tratto di cresta e raggiungere la vetta del dirimpettaio Monte Bocco. Salendo però un noioso e freddo vento proveniente dal mare ci ha fatto cambiare idea, per cui abbiamo deciso di evitare l'Uomo Morto e salire direttamente al Bocco.
Questo con i suoi 1790 metri di quota non è certo la vetta più alta della zona. Ma quest'oggi la piccola cima ha voluto offrirci il suo regalo di Natale, chissà forse per ringraziarci di avergli fatto visita. La vista che si presenta dalla sua vetta è da fuori di testa. Grazie all'aria tersa e all'assenza di umidità, l'orizzonte si apre fino a permetterci di scorgere delle vette lontanissime, chissà che non siano le Alpi. Più vicini a noi, le Alpi Apuane si ergono come se spuntassero fuori dalle acque del mare. Anche l'Alpe di Succiso, più a sinistra, ci osserva sorniona, ed appare così vicina che si ha l'impressione di poterla raggiungere con un balzo.
Cime lontanissime |
Lo spettacolo delle Alpi Apuane |
L'Alpe di Succiso |
Mi perdo ad osservare questi splendidi paesaggi, mentre i miei pensieri vagano attorno alla maestosità delle montagne. Mi capita di pensare a queste vette che attendono impassibili il trascorrere dei giorni e delle stagioni. Mi capita di pensare alla flora e alla fauna che affrontano stoicamente questa pur fredda stagione. Mi capita di pensare ad una natura che ci sopravviverà, malgrado tutta la nostra intelligenza, la nostra tecnologia e la nostra prepotenza. Mi capita di pensare che sì, non siamo noi gli esseri più forti di questo pianeta.
Cima Canuti e Monte Malpasso |
Poi Salvatore mi desta dai questi pensieri invitandomi ad un piacevole momento di relax. Una calda e fumante tazza di tè al limone addolcita dal profumatissimo miele prodotto dalle api di un nostro caro amico.
E' giunto il momento di ridiscendere a valle e di concludere questa breve immersione nella natura incontaminata.
Prima di tornare tra le mura di casa però, un ultimo momento di svago, giusto per chiudere degnamente questa nostra breve escursione. Un bel piatto di pappardelle al cinghiale innaffiato da un generoso bicchiere di vino rosso che degustiamo più che volentieri seduti al tavolo de "Il Capriolo", una bella locanda a poche centinaia di metri dal centro di Licciana Nardi, sulla SP 74. Una sosta consigliatissima, credetemi.
E i problemi fisici? Purtroppo per me sono ricomparsi dopo pochi passi, segno evidente che non è ancora finita!
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2 commenti:
Mauro è un piacere leggerti sono contento che hai reindossato i tuoi scarponi....con i problemi fisici devi conviverci..purtroppo ..un grosso abbraccio....
Hai ragione Maurizio, ma purtroppo quando i problemi coinvolgono le gambe diventa tutto un gran casino
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