Piccoli Sentieri

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Se ti senti un po' depresso vai in montagna un po' più spesso!

sabato 18 novembre 2017

Montagne di una vita

Walter Bonatti, Montagne di una vita

"La montagna, fin dall'inizio, è stato l'ambiente più congeniale alla mia formazione. Mi ha consentito di soddisfare il bisogno innato che ha ogni uomo di misurarsi e di provarsi, di conoscere e di sapere. Così, impresa dopo impresa, lassù mi sono sentito sempre più vivo, libero, vero: dunque realizzato. Nella mia vita di scalatore ho sempre obbedito alle emozioni, all'impulso creativo e contemplativo. Ma fu soprattutto praticando l'alpinismo solitario che ho potuto entrare in sintonia con la Grande Natura, e ancor più a fondo ho potuto intuire i miei perché e i miei limiti. Affrontare in solitudine la natura più severa mi ha abituato innanzi tutto a prendere da solo le mie decisioni, mi ha insegnato a misurarle con il mio metro e a pagarle, giustamente, sulla mia pelle. Dunque la solitudine è stata per me una scuola formativa, una condizione preziosa, un vero bisogno a volte; mai però un'angoscia..."


Con queste parole inizia il libro Montagne di una vita di Walter Bonatti.
Ho acquistato questo libro, nella versione e-book del Corriere della Sera (collana "Biblioteche della montagna"), spinto dalla curiosità e dalla voglia di conoscere questo autentico mito dell'alpinismo professionista.
Confesso che di Walter Bonatti, credo il più grande alpinista italiano di tutti i tempi, non sapevo quasi nulla; avevo visto qualche trasmissione in tv dove si parlava delle accuse che gli furono rivolte in occasione della scalata del K2, avevo letto qua e la di qualche mitica impresa sul Cervino o su pareti a me sconosciute come Eiger, Grandes Jorasses, Pilier d'Angle o sperone Whymper,  nomi così difficili che tuttora non mi riesce nemmeno di tenerli a memoria,  sono andato questa estate a visitare la mostra fotografica a lui dedicata. Niente di più. Non sapevo nemmeno che i suoi resti riposano nel cimitero di Portovenere insieme a quelli di sua moglie Rossana, sopra una roccia che, sovrastata da una bella parete rocciosa, si affaccia sul mare.

Il libro è avvolgente, punteggiato da diversi tratti polemici, che fanno trasparire, senza alcun velo, tutte le vicissitudini e le critiche ingiuste che hanno segnato la vita di questo campione della montagna.

Ma le parti del racconto che  più mi hanno colpito, più delle tremende situazioni di pericolo e di sofferenza ampiamente e ripetutamente descritte nel libro, sono quelle relative al lato "umano" di Bonatti. Una persona normale è portata ad immaginarlo come un uomo senza paura, un campione invincibile dotato di chissà quali poteri sovrumani. Invece, scorrendo le righe di Montagne di una vita, ti rendi conto che la realtà è ben altra, che l'uomo Bonatti ha le sue paure da superare, incertezze e dubbi con cui fare i conti, decisioni severe da prendere, e mano a mano scopri che non puoi fare a meno di apprezzare ancora di più questo incredibile personaggio, fino a rammaricarti per non averlo potuto conoscere di persona.
Scrive Bonatti:
Più aumenta la mia conoscenza di montagne ghiacciate e più mi convinco che la nord del Pilier (...) rappresenta la concentrazione delle maggiori difficoltà che si possono incontri in alta montagna. E' senz'altro il terreno misto, roccia-ghiaccio, più selvaggio e pericoloso che abbia mai osservato sulle Alpi (...) Per la natura stessa della montagna, l'ibrido buona roccia e buon ghiaccio insieme non si verificherà mai; un buon elemento escluderà sempre l'altro. Dunque, un'impresa del genere richiede insieme coraggio, ponderatezza e autocontrollo; tre fattori che sono il frutto di una completa e coscienziosa preparazione. Questo "stato di grazia", che deve necessariamente combinarsi con le buone condizioni della montagna, si verifica (...) (e) parto all'attacco del Pilier (...) Per un'ingannevole prospettiva, la parete nord del Pilier risulta perfettamente verticale e il suo ghiacciaio pensile sembra cascare addosso da un momento all'altro, tanto appare sporgente. E' tutta bianca, lucida, senza rilievo: un'assurda lavagna di mille metri. So che ciò non corrisponde alla realtà e che la montagna stanotte si trova nelle condizioni ideali per essere attaccata. Ma l'orrido spettacolo muove in me un deleterio meccanismo psicologico che mi inchioda sul colle. Resto così per una buona mezz'ora in silenzio, come ipnotizzato dal Pilier. (...) Ad un tratto mi sorprendo a dire, quasi inconsciamente: io l'anima su quella parte non ce la voglio lasciare. Ritorno a casa.
E' il 1961. Bonatti vincerà la nord del Pilier insieme a Cosimo Zappelli il 23 giugno dell'anno successivo. Io non ero ancora nato.

Nella versione e-book puoi scaricare il libro da Amazon direttamente sul Kindle al costo di 5,99€.
Nella versione rilegata tascabile lo puoi acquistare on-line su IBS al costo di 11€
Codice EAN: 9788817088718

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